Il CEO di Telegram ha dichiarato giovedì scorso 06 ottobre che WhatsApp è uno “strumento di sorveglianza” di Meta. Pavel Durov, che non si risparmia nel criticare il servizio di messaggistica rivale alla luce delle preoccupazioni sulla privacy degli utenti, ha avvertito gli utenti di staccare alla larga da WhatsApp e di utilizzare qualsiasi altra app di messaggistica.

Il post del dirigente aveva lo scopo di attirare l’attenzione del pubblico su una grave falla di sicurezza in WhatsApp, che consentiva l’esecuzione di codice arbitrario durante le videochiamate. Per Durov, questo era solo un capitolo di diversi problemi di sicurezza dell’azienda rivale, che “osserva gli utenti da oltre 13 anni”.

“Uno stesso identico problema è stato scoperto nel 2018, poi un altro nel 2019 e un altro nel 2020”, ha affermato il creatore di Telegram, inclusi collegamenti ad articoli di notizie che segnalavano ogni volta le falle di sicurezza. “Prima del 2016, WhatsApp non disponeva di alcun tipo di crittografia”, ha aggiunto.

Il fondatore dell’app cita nella pubblicazione un caso in cui anche Jeff Bezos, fondatore ed ex CEO di Amazon, nel 2020 ha avuto il suo smartphone hackerato da una presunta falla di sicurezza di WhatsApp. “Anche se sei la persona più ricca del pianeta, tutti i dati sul tuo telefono sono vulnerabili se hai WhatsApp”, ha risposto.

La rivalità tra WhatsApp e Telegram è stata feroce sin dal lancio della piattaforma di Durov nel 2013. Le statistiche globali che mostrano la crescita dell’app russa è solida, sebbene il vantaggio appartenga ancora all’app di Mark Zuckerberg.

“Con oltre 700 milioni di utenti attivi, Telegram non ha bisogno di pubblicità aggiuntiva”, aggiunge il testo di Durov. “Puoi usare qualsiasi app di messaggistica tu voglia, ma stai lontano da WhatsApp”.

Meta ha risposto alle accuse

L’Independent ha contattato i rappresentanti di Meta per chiedere una posizione alla luce delle accuse di Pavel Durov. Un portavoce del gigante tecnologico – che comprende servizi come Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp – non ha prodotto un ampio testo e si è limitato a ribattere dicendo solo che “questa è una completa assurdità”.

Non è la prima volta che le aziende si scambiano pubblicamente critiche. Nel gennaio del 2021, l’amministratore delegato di WhatsApp ha suggerito che la sua app è molto più sicura di Telegram, che a sua volta accusa il rivale di “innovazione a ritroso”.

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