I principali produttori di CPU AMD e Intel hanno abbandonato il mercato russo dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina a fine febbraio, e al momento non è facile per i produttori di PC russi ottenere i chip di cui hanno bisogno.
Produttori di processori come Intel e AMD hanno abbandonato il mercato russo qualche mese fa come rappresaglia per la guerra di Mosca contro l’Ucraina, un conflitto che dura dal febbraio 2022. Con questo spostamento commerciale, le aziende non hanno potuto utilizzare componenti di aziende statunitensi.
Nonostante la partenza, il segmento hardware russo non è rimasto senza processori grazie ai produttori locali, aziende che utilizzano la tecnologia di produzione di TSMC. Tuttavia, la multinazionale taiwanese ha anche sospeso l’esportazione di chip al governo Putin, rendendo impossibile la sostituzione dei pezzi con le fabbriche russe.
Secondo le informazioni del Ministero dello Sviluppo Digitale russo, i produttori di computer hanno prodotto solo 15.000 unità con processori proprietari, cifra ridotta a 8.000 unità basate sui processori Elbrus e Baikal, aziende russe che hanno tenuto lontano Intel e AMD dal Paese.
“Avremmo molti più [PC e server basati su CPU russe] quest’anno se questi lotti di processori russi, Elbrus, Baikals, che sono stati ordinati e prodotti, venissero spediti”, ha dichiarato Maksut Shadayev, capo del ministero. Questa dichiarazione indica che le sanzioni di Taiwan stanno danneggiando direttamente le spedizioni di processori in Russia.
Come spiega Shadayev, tutta la proprietà intellettuale dei componenti appartiene alla Russia, ma i produttori locali non hanno la tecnologia per produrre i chip e devono ricorrere alla produzione altrove. Nel caso dei produttori russi, il processo produttivo è limitato a 90 nm, mentre TSMC lavora con 16 nm.
La nuova legislazione imposta dal Ministero degli Affari Economici di Taiwan (MOEA) impedisce l’esportazione in Russia di processori che operano a una frequenza superiore a 25 MHz.
