Secondo l’ONU i satelliti potrebbero aiutare il mondo a recuperare il ritardo nella riduzione delle emissioni. L’organizzazione ha presentato il Methane Alert and Response System (MARS) che avvertirà i Paesi e le aziende delle emissioni di metano “importanti”. La tecnologia utilizzerà i dati delle mappe satellitari per identificare le fonti, avvisare gli enti competenti e aiutare a monitorare i progressi nella riduzione di questa produzione.

Nella fase iniziale la piattaforma MARS si concentrerà sulle fonti “molto grandi” del settore energetico per poi espandersi gradualmente per includere fonti meno potenti, avvisi più frequenti e dati provenienti da animali, carbone, riso e rifiuti. I partner del programma, come l’Agenzia Internazionale per l’Energia e la Coalizione delle Nazioni Unite per il Clima e l’Aria Pulita, forniranno aiuto e consulenza.

Le informazioni verranno rese pubbliche. Le Nazioni Unite infatti renderanno pubblici sia i dati che le analisi tra i 45 e i 75 giorni dopo il rilevamento.

Il sistema riceverà i primi finanziamenti dal governo statunitense, dalla Commissione europea, dal Bezos Earth Fund e dal Global Methane Hub. Sia il fondo di Bezos che il GMH stanno sostenendo iniziative correlate, come gli studi per individuare e contrastare le emissioni di metano in agricoltura.

Secondo le Nazioni Unite, si tratta del primo sistema di questo tipo disponibile al pubblico. In teoria, porterà a una riduzione delle emissioni di metano più rapida e mirata di quella attuale.

Alla conferenza COP27 le Nazioni Unite hanno avvertito che la Terra non è affatto vicina a limitare il riscaldamento globale agli 1,5 gradi Celsius previsti dall’Accordo di Parigi. Dato che il metano rilasciato dall’uomo è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico (circa il 25%, secondo le Nazioni Unite) e che lascia rapidamente l’atmosfera, un uso efficace di MARS potrebbe contribuire a rimettere in moto la strategia ambientale.

Come si può immaginare, però, MARS funzionerà solo se i governi e le imprese collaboreranno. L’ONU infatti può segnalare un problema con questo sistema, ma non può imporre un’azione.

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Carolina Napolano
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