Dopo aver inizialmente espresso dei dubbi, anche la Nuova Zelanda ha approvato l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft.

L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft sembra essere sempre più vicina alla realizzazione. L’operazione da quasi 69 miliardi di dollari ha infatti ricevuto l’approvazione della Nuova Zelanda, che inizialmente aveva espresso dubbi a riguardo, come ha riferito John Small, presidente della Commissione per il Commercio del Paese. Sembra infatti che sia emerso come i giochi di Activision, fra i quali spicca senza alcun dubbio Call of Duty, sebbene siano popolari fra i giocatori neozelandesi, non siano considerati “must have” per competere con Microsoft in Nuova Zelanda.

In definitiva la giustificazione della Commissione per il Commercio della Nuova Zelanda per non aver bloccato l’acquisizione è che “è improbabile che l’acquisizione riduca sostanzialmente la concorrenza nel mercato neozelandese”.

Come ha sottolineato Brad Smith, presidente di Activision Blizzard, Microsoft ha ora 41 alleati per poter portare a termine l’acquisizione. Per cercare di facilitare il processo, l’azienda di Redmond ha anche firmato un accordo con Sony per garantire che Call of Duty continui a essere disponibile per PlayStation per i prossimi 10 anni, dato che l’azienda giapponese ha riferito più volte di essere preoccupata per l’esclusività del gioco per Xbox dopo l’acquisizione.

Inoltre, Microsoft ha anche ottenuto una vittoria in tribunale contro la Federal Trade Commission (FTC) statunitense, mentre ha ritardato la fusione per chiedere l’approvazione della Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito, uno degli ultimi ostacoli all’acquisizione di Activision Blizzard.

La scadenza per l’approvazione o il blocco dell’acquisizione da parte della CMA è il 18 settembre, ma l’autorità di regolamentazione ha dichiarato che emetterà il suo verdetto il 29 agosto.

Nel frattempo, le due società hanno deciso di prolungare il termine dell’accordo di fusione di ulteriori tre mesi, fino al 18 ottobre, per poter risolvere le restanti questioni che hanno per ora impedito di portare a termine l’operazione.

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Carolina Napolano
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