L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft potrebbe trovare davanti a sé un altro ostacolo e subire il terzo blocco. L’ente normativo neozelandese ha infatti espresso preoccupazione per l’operazione valutata 69 milioni di dollari.

L’operazione di Microsoft ha incontrato ostacoli nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove a pesare è l’idea che la concorrenza venga gravemente danneggiata da una possibile esclusività di titoli importanti come Call of Duty, oltre alle conseguenze sul mercato del cloud gaming. In seguito alla richiesta della FTC, la settimana scorsa un giudice federale statunitense ha disposto il blocco temporaneo dell’acquisizione.

Ora, la Commissione per il Commercio della Nuova Zelanda potrebbe essere la prossima autorità a bloccare l’acquisizione. Nel suo rapporto preliminare, l’autorità di regolamentazione ha espresso diverse preoccupazioni sull’accordo. Essa afferma che sta indagando se l’acquisto di Activision Blizzard da parte di Microsoft avrà un impatto materiale sul mercato del cloud gaming per i suoi “effetti verticali”.

L’espressione “verticalità” si riferisce al consolidamento della catena di fornitura. Nel cloud gaming, l’accordo è considerato una fusione verticale perché Microsoft gestisce il servizio Xbox Cloud Gaming che può beneficiare dei contenuti di Activision Blizzard. In breve, la Commissione per il Commercio della Nuova Zelanda vuole verificare se l’acquisizione di Activision Blizzard possa conferire a Xbox un potere eccessivo nel nascente mercato del cloud gaming. Questa argomentazione è molto vicina a quella riportata dalla Competition and Markets Authority (CMA) nel Regno Unito.

Nonostante gli ostacoli, l’accordo tra Microsoft e Activision Blizzard sarà difficile da annullare, soprattutto perché è approvato in diversi Paesi come Unione Europea, Cile, Corea del Sud, Giappone e Brasile.

La Commissione per il Commercio della Nuova Zelanda ha tempo fino al 17 luglio per rivelare se si schiererà con i Paesi che approvano l’acquisizione o se sarà responsabile del terzo blocco dell’accordo di Microsoft.

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Carolina Napolano
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