Microsoft e Activision Blizzard rimandano l’accordo di fusione di tre mesi per risolvere le questioni normative nel Regno Unito.

Dopo un intenso iter di 18 mesi costellato di complicazioni burocratiche, Microsoft e Activision Blizzard sono più vicine che mai a concretizzare la loro ambiziosa fusione. Nonostante alcuni ostacoli non ancora risolti nel Regno Unito, le due potenze tecnologiche hanno deciso di prolungare il termine dell’accordo di fusione di ulteriori tre mesi, permettendo così di finalizzare l’acquisizione da 68,7 miliardi di dollari.

In un recente comunicato, Microsoft ha dichiarato: “Microsoft e Activision Blizzard hanno deciso di comune accordo di estendere la scadenza dell’accordo di fusione dal 18 luglio 2023 al 18 ottobre 2023, per concedere ulteriore tempo per risolvere le restanti questioni normative”. Un’opzione necessaria, data la consistente commissione che Microsoft avrebbe dovuto versare in caso di recesso.

Senza l’accordo per nuovi termini, e nel caso in cui una delle due parti avesse deciso di ritirarsi, Microsoft avrebbe infatti dovuto pagare una penale di 3 miliardi di dollari. Tale somma sarebbe salita a 3,5 miliardi di dollari se la fusione non si fosse conclusa entro il 29 agosto, e addirittura a 4,5 miliardi se non fosse stata finalizzata entro il 15 settembre. L’ammontare sarà pagato solo nel caso in cui l’acquisizione non venga perfezionata. È stato inoltre stabilito che Activision potrà distribuire ai propri azionisti un dividendo di 0,99 dollari per azione.

Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, ha espresso ottimismo sul futuro dell’operazione in una nota ai dipendenti, sottolineando: “Microsoft e Activision Blizzard rimangono ottimisti sul fatto che riusciremo a portare a termine la nostra acquisizione, quindi abbiamo deciso di comune accordo di estendere l’accordo di fusione fino al 18 ottobre 2023”. Spencer ha altresì specificato che, sebbene l’accordo possa tecnicamente essere concluso negli Stati Uniti, il rinvio concesso consente di avere più tempo per affrontare le questioni normative ancora in sospeso nel Regno Unito.

La Competition and Markets Authority (CMA), l’ente britannico preposto alla regolamentazione antitrust, aveva inizialmente bloccato l’accordo per timori legati al suo impatto sul mercato del cloud gaming. Nonostante Microsoft abbia impugnato tale decisione, a pochi giorni dalla scadenza la CMA ha manifestato la propria disponibilità a esaminare una proposta di fusione rivisitata.

Nella speranza di risolvere in modo pacifico le preoccupazioni dell’ente di regolamentazione, CMA, Microsoft e Activision hanno presentato una proposta congiunta a un tribunale d’appello per rinviare il contenzioso di due mesi. La CMA ha ottenuto ulteriori sei settimane per esaminare la nuova proposta di Microsoft, con l’intenzione di farlo nel minor tempo possibile.

Non è ancora chiaro quando la situazione si risolverà definitivamente, ma tutte le parti coinvolte sperano in una conclusione quanto più celere e preferibilmente ben prima del 18 ottobre. Una data chiave da tenere d’occhio è il 2 agosto, inizio previsto di un’udienza probatoria nel procedimento amministrativo della Federal Trade Commission per tentare di bloccare l’accordo. Se l’accordo non dovesse essere finalizzato entro tale data, le complicazioni per Microsoft e Activision potrebbero moltiplicarsi.

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