TikTok nella morsa dell’UE: la Commissione europea chiede chiarimenti entro 24 ore sul programma “Task and Reward Lite” di TikTok Lite, sollevando dubbi sulla sua conformità al DSA e sul potenziale impatto sui minori. Multa fino al 6% del fatturato globale in caso di mancata risposta o violazione.

Non va bene niente per il social network cinese TikTok. Minacciato di essere bandito dagli Stati Uniti, con grande disappunto dei suoi creatori che temono per l’educazione dei bambini, è anche sotto inchiesta da parte della Commissione europea. Quest’ultima vuole verificare se l’applicazione è conforme al DSA (Digital Services Act), in particolare per quanto riguarda gli strumenti messi in atto per proteggere gli utenti minorenni. Nel frattempo, ByteDance, la società madre del servizio, ha lanciato TikTok Lite.

Il Play Store la descrive come una “versione più veloce e leggera dell’app TikTok […] progettata per offrire prestazioni migliori sulle reti più lente, ridurre i costi dei dati e l’utilizzo dello spazio”. Disponibile in Francia e Spagna, introduce il programma Task and Reward Lite, con il quale è possibile essere pagati per guardare i video sulla piattaforma. Thierry Breton, il Commissario europeo, ha dato a TikTok 24 ore di tempo (da oggi, 17 aprile) per definire i dettagli di questo sistema.

In particolare, la Commissione è interessata al “potenziale impatto del nuovo programma ‘Task and Reward Lite’ sulla protezione dei minori, nonché sulla salute mentale degli utenti, in particolare per quanto riguarda la potenziale stimolazione di comportamenti di dipendenza”. La nozione dell’effetto dei social network sul benessere psicologico è sempre più al centro del dibattito. Facebook e Instagram non fanno eccezione a questa accusa.

Nella richiesta dell’UE si legge che “TikTok deve fornire la valutazione dei rischi relativi a TikTok Lite entro 24 ore e le altre informazioni richieste entro il 26 aprile 2024, dopodiché la Commissione analizzerà la risposta di TikTok e valuterà le azioni successive che potrebbe eventualmente mettere in atto. Nel peggiore dei casi, il social network cinese rischia una multa fino al 6% del suo fatturato annuo globale. Tale sanzione verrebbe imposta solo dopo un’indagine approfondita, che in genere richiede diversi anni”.

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