Google riporta che ci sono 3,48 milioni di app disponibili sul Play Store e, secondo un sondaggio pubblicato all’inizio di questo mese da Incogni, una stima è che il 55,2% dei titoli fornisce informazioni sull’utente a server di terze parti.

Il rapporto dell’azienda olandese rivela dati interessanti sulla privacy pubblica. Non sorprende che i “giganti della tecnologia” raccolgano la maggior parte dei dati dagli utenti, come FacebookInstagram e Snapchat e le app gratuite possono tracciare fino a 7 volte più informazioni rispetto ai titoli a pagamento.

Le app più popolari hanno anche la tendenza a inviare più informazioni sull’utente – o “punti dati” – a terze parti. Confrontando software con più di 500.000 download, è stato osservato che questa categoria può eseguire la scansione fino a 6,15 volte di più rispetto ai nomi meno popolari sulla piattaforma.

"Le Meta app come Facebook, Facebook Lite, Messenger Lite, Messenger e Instagram sono quelle che raccolgono più informazioni su di te, nonostante affermi che condividi molto poco. La società afferma di condividere solo 4 punti dati, ma in realtà raccolgono 36 punti dati su 37, quasi tutto quello che c'è da sapere su di te" dichiara Incogni.

Tra le categorie che condividono maggiormente i dati con terze parti, le app per lo shopping sono in testa con una media di 5,72 tipi di informazioni condivise. È interessante notare che i social network forniscono la categoria meno invasiva, ma sono ancora la più invadente in termini di raccolta di dati: in media circa 19,18 tipi di informazioni.

Le prime dieci app che forniscono i propri dati a terzi rientrano maggiormente in diverse categorie. Leader in questo senso, “Cast for Chromecast & TV Cast” condivide nome, email, numero di telefono, posizione e vari altri tipi di informazioni sugli utenti. Picsart e Reddit sono due dei titoli più apprezzati nelle classifiche.

La ricerca aggiunge che la maggior parte dei dati forniti possono contenere informazioni comuni, come i registri degli arresti anomali e la diagnostica, ma spesso includono anche la posizione dell’utente, il nome, il numero di telefono e altri dettagli sensibili.

Google si impegna ad aiutare gli utenti e a rendere le app nello store più trasparenti, ma gli esperti di Incogni ritengono che ci sia ancora molto margine di miglioramento.

“Google non rivela tutti i tipi di trasferimento di dati. Ad esempio, qualsiasi trasferimento effettuato a un fornitore di servizi, finalità legali o dati anonimi non saranno esplicitamente indicati nella sezione sulla sicurezza dei dati del Play Store”, commenta Federico Morelli, autore del blog di ricerca.

Incogni ha creato il rapporto sulla base delle 1.000 app più popolari sul Play Store, secondo il database AppFigures, tenendoconto di 500 titoli gratuiti e 500 titoli a pagamento.

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