I giganti della tecnologia Meta e ByteDance (TikTok) sollevano preoccupazioni sulla nuova tassa di vigilanza imposta dall’Unione Europea, mettendo in discussione la metodologia di calcolo basata sulla dimensione degli utenti e sui profitti netti.

La questione della regolamentazione delle piattaforme online assume un’importanza sempre maggiore. La recente iniziativa dell’Unione Europea di imporre una tassa di vigilanza alle principali societĂ  tecnologiche ha sollevato un’ondata di contestazioni da parte di giganti del settore come Meta e ByteDance, la casa madre di TikTok. Questa disputa segna un momento critico nell’iter di attuazione del Digital Services Act (DSA), che mira a stabilire un nuovo standard per la responsabilitĂ  e la trasparenza online.

Secondo quanto riferito da Politico, la controversia nasce dall’obbligo, imposto dai regolatori dell’UE, per le aziende di contribuire finanziariamente alle attivitĂ  di vigilanza previste dal DSA. La tassa, che ammonta a 45,2 milioni di euro, è destinata a coprire i costi di supervisione delle 20 “Very Large Online Platforms” (VLOP) e dei due motori di ricerca online che rientrano sotto la definizione di “Very Large Online Search Engines (VLOSE) designati dall’UE. Meta si è vista assegnare una quota di 11 milioni di euro, mentre ByteDance non ha reso pubblico l’importo del suo debito.

Le aziende contestano la metodologia utilizzata per determinare il contributo finanziario di ciascuna piattaforma, evidenziando come alcune societĂ , nonostante abbiano registrato perdite o profitti minimi nel 2022, non siano tenute a pagare nulla a causa della loro struttura finanziaria. Questa situazione lascerebbe le societĂ  piĂ¹ profittevoli a sostenere un onere finanziario sproporzionato rispetto al loro impatto normativo o alla dimensione della loro base di utenti.

La posizione di Meta e ByteDance solleva questioni sulla giustizia e l’efficacia della tassa di vigilanza. Entrambe le aziende sottolineano la necessitĂ  di una maggiore equitĂ  nel calcolo dei contributi, proponendo che anche le societĂ  che non registrano profitti ma hanno un’ampia base di utenti o rappresentano un onere normativo maggiore dovrebbero contribuire finanziariamente alla regolamentazione.

L’entrata in vigore del DSA nel 2023 e la designazione di Meta e ByteDance come VLOP aggiungono ulteriori sfide per queste aziende, che dovranno adattarsi a norme piĂ¹ rigorose in termini di pubblicitĂ  trasparente, moderazione dei contenuti e condivisione dei dati con la Commissione europea. Inoltre, il mancato rispetto della tassa di vigilanza potrebbe esporre le aziende a multe fino al 6% del loro fatturato globale, sottolineando l’importanza di trovare una soluzione equa e sostenibile a questa disputa.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.