Per quanto stiano prendendo piede gli strumenti digitali tra i canali privilegiati di comunicazione, gli stampati e i prodotti tradizionali restano comunque importanti, soprattutto all’interno di una strategia di comunicazione integrata di ogni azienda. A ben guardare, però, la stampa non è solo uno strumento che serve per produrre materiali pubblicitari, promozionali o comunque legati alla comunicazione aziendale, ma anche uno strumento spesso utile a svolgere una professione e divulgare informazioni e conoscenza.

Si pensi, ad esempio, ai progetti elaborati da ingegneri, architetti o altri professionisti, ma anche la pubblicazione di libri, manuali, testi per gli scopi più disparati.

Quando si decide di rivolgersi a una tipografia, ma anche di selezionare delle macchine a uso interno, per la stampa dei materiali, è bene conoscerne le diverse caratteristiche per comprendere quale metodo di stampa privilegiare, in base alle proprie esigenze. Meglio una stampante laser, di piccole o grandi dimensioni? È il caso di acquistare accessori o estensioni? È preferibile una stampa digitale oppure una offset? Sono tutti quesiti da sciogliere, sia quando ci si rivolge a una tipografia esterna che quando ci si deve attrezzare per le stampe interne.

Esistono in commercio, ad esempio, estensioni di stampanti utili a stampare documenti di grandi dimensioni, come progetti in CAD, ad esempio, con livelli di dettaglio molto elevato. Questi prendono il nome di plotter e si possono adattare a diversi tipi di stampante, come ad esempio i plotter per stampante digitale, ma anche termiche, laser e multifunzionali.

Vale la pena interrogarsi, inoltre, sui metodi di stampa più idonei e quale scegliere tra quelli normalmente utilizzati dalle tipografie, come stampa digitale o stampa offset.

Di cosa si tratta e come vengono impiegati, di solito?

La stampa offset

Per stampa offset si intende letteralmente stampa “fuori contatto”, questo vuol dire che il supporto su cui viene impressa l’immagine, non viene a diretto contatto col cilindro su cui viene caricato l’inchiostro, ma avviene attraverso una matrice che impiega tre cilindri, grafismi, contrografismi e lastre di stampa.

In linea di massima si tratta di un metodo molto diffuso per le stampe in serie, che non richiedono grande personalizzazione della stampa, durante l’elaborazione del progetto. Una volta impostata la stampa, di fatto, non c’è modo di modificarla.

Va presa in considerazione, dunque, in tutte quelle circostanze in cui vale la pena stampare un gran numero di prodotti, come libri, volantini, biglietti da visita, semplicemente perché il costo di stampa tende a diminuire con l’aumentare del numero di stampati.

Stampa digitale

La stampa digitale, invece, non prevede l’impiego di alcuna matrice, ma avviene attraverso l’elaborazione del file progettato su PC direttamente dalla stampante in maniera digitale, che lo stampa su supporto cartaceo senza l’impiego di rulli, lastre e quanto necessario per le stampanti offset.

Vale la pena ricorrere a questa modalità di stampa quando la tiratura dei pezzi da produrre è bassa e deve essere altamente dettagliata e personalizzabile.

Trattandosi infatti di una elaborazione digitale, il progetto può essere anche cambiato e declinato in itinere, senza che salti l’intero processo di stampa.

Per questa stessa ragione, però, va considerato che i costi di stampa sono più elevati e pertanto è opportuno valutarne anche la convenienza in virtù del numero di stampe da produrre.

Articolo precedenteTesla lancia i test drive “contactless” in Europa
Articolo successivoHuawei Mate X3 non è ufficiale ma sappiamo quasi tutto