La big tech di Mountain View spiega nel dettaglio come garantirà 7 anni di aggiornamenti per i Google Pixel e come funzionerà Gemini Nano si Pixel 8.

Google ha illuminato gli appassionati di tech con dettagli su come intende mantenere la promessa di fornire aggiornamenti per 7 anni ai dispositivi Pixel, a partire dal Pixel 8. Durante l’ultimo episodio del Made by Google Podcast, Seang Chau, VP of Devices & Services Software, ha condiviso approfondimenti su questo impegno senza precedenti.

La realizzazione di una tale longevità negli aggiornamenti ha richiesto a Google una collaborazione intensa con fornitori, partner, team Android e operatori di telefonia mobile. Un elemento chiave di questa collaborazione è stata l’ottimizzazione dei laboratori per garantire test continui e affidabili. Un’altra mossa strategica è stata la decisione di utilizzare lo stesso chip Tensor per ogni generazione di dispositivi, minimizzando così la complessità legata agli aggiornamenti software.

Il passaggio a programmi beta annuali con rilasci trimestrali della piattaforma ha giocato un ruolo fondamentale nel garantire la stabilità degli aggiornamenti. Questa strategia ha permesso a Google di affidarsi a una vasta comunità di beta tester per verificare la solidità degli aggiornamenti prima del loro rilascio ufficiale.

La scelta di estendere la durata degli aggiornamenti a 7 anni è stata influenzata dall’analisi del comportamento degli utenti Pixel. Google ha osservato che esiste una base importante di utenti attivi fino a circa sette anni dopo il lancio di un dispositivo. Tale osservazione ha spinto l’azienda a voler supportare i Google Pixel per tutta la durata del loro utilizzo effettivo, inclusi i casi in cui il dispositivo viene rivenduto o passato a membri della famiglia.

Per quanto riguarda le funzioni software che verranno implementate verso la fine di questo periodo di sette anni, Google si è impegnata a sviluppare funzionalità che non richiedano requisiti hardware aggiuntivi, come RAM o memoria extra. Un approccio del genere si propone di garantire che le nuove funzioni siano accessibili ai dispositivi supportati, mantenendo inalterata l’esperienza utente.

La decisione di includere Gemini Nano sul Pixel 8 ha rappresentato un’altra sfida. La RAM è stata un fattore determinante, considerando la natura “residente in memoria” del modello LLM. Google ha condotto numerosi test per assicurarsi che l’introduzione di questa funzione non compromettesse l’esperienza utente sui dispositivi Pixel.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.

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