Google ha un gran numero di dipendenti ma la maggior parte di loro sono persone che vengono assunte solo da società di terze parti. Questo finisce per fare una grande differenza nella vita di tutti i giorni, dal momento che gli appaltatori non hanno gli stessi vantaggi di coloro che lavorano per il gigante della ricerca.

Secondo le informazioni condivise da Bloomberg, molti appaltatori stanno licenziando i dipendenti che chiedono di lavorare da casa, cosa che Google garantisce ai suoi dipendenti.

Un lavoratore ha denunciato una società terza che fornisce servizi a Google Maps dopo che gli è stata negata la richiesta di poter lavorare da casa, anche se aveva una serie di certificazioni che dimostravano la sua vulnerabilità al Covid-19 dopo quattro interventi chirurgici ai polmoni.

L’aumento dell’inflazione ha avuto un impatto sui costi di viaggio anche negli Stati Uniti. Pertanto, diversi dipendenti chiedono di lavorare in smart working, ma la stragrande maggioranza delle aziende in outsourcing non segue le linee guida di Google.

Un punto importante è che solo i dipendenti a contratto sono costretti a tornare al lavoro in presenza, poiché gli stessi lavoratori di Google stanno riuscendo a negoziare un regime ibrido.

Questa situazione ha creato una sorta di “livello di seconda classe” in Alphabet e sembra che la pressione sia destinata a crescere ancora di più nei prossimi giorni. Finora, Google/Alphabet non ha commentato la questione.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.