Il conflitto in Ucraina iniziato il 24 febbraio con l’invasione russa ha dato inizio ad una fase nuova per la storia mondiale e per l’economia mondiale con ripercussioni immediate. Le sanzioni applicate da Europa e Stati Uniti contro la Russia e le risposte di Mosca stanno avendo effetti su beni, prodotti, trasporti, accordi commerciali, sulle aziende e i loro dipendenti. La Russia è stata di fatto isolata; le aziende non russe hanno chiuso le filiali e ritirato i prodotti e tutte le aziende sono state invitate a seguire le linee scelte dai governi, oltre che ad aver avuto quasi l’obbligo di prendere una posizione sui social per l’opinione pubblica. Una guerra diversa questa da quelle di cui abbiamo letto sui libri di storia, per i più fortunati; un conflitto combattuto non solo sul campo ma anche in rete. Talvolta però la posizione di alcune aziende è stata più difficile da chiarire, come nel caso di DJI.

DJI ha ricevuto accuse pesanti, quelle relative all’utilizzo dei suoi droni da parte dell’esercito russo. L’azienda è nota in tutto il mondo per i suoi prodotti di alta qualità ma soprattutto per i droni tecnologicamente avanzati, apprezzati dai professionisti del volo e dagli appassionati. I droni DJI sono però progettati per uso esclusivamente civile e non per uso militare, del quale non soddisfano gli standard. Anzi, alcuni ultimi modelli sono stati progettati con l’intento di poter essere un aiuto nell’ambito del soccorso alle persone.

Perchè allora l’azienda non ha respinto l’affermazione secondo la quale l’esercito russo utilizza i suoi droni? DJI ha risposto alla richiesta di chiarimenti in merito alla questione:

DJI non ha mai respinto l’affermazione secondo cui l’esercito russo utilizza i nostri droni, ma non siamo stati in grado di confermarlo. Di fatto, DJI non detiene tali informazioni e non abbiamo alcun controllo su come o da chi vengono utilizzati i nostri prodotti“. Ciò che invece l’azienda ha ribadito con forza è che non sta fornendo alcun sostegno attivo all’esercito russo. “Ciò che abbiamo dichiarato “assolutamente falso” nella nostra dichiarazione pubblicata è l’affermazione che DJI sta attivamente supportando l’esercito russo con hardware e dati di volo. Questo non è vero. DJI non supporta alcun uso dei nostri prodotti che danneggi la vita, i diritti o gli interessi delle persone, come abbiamo sempre ribadito nei Termini di utilizzo dei nostri prodotti e in altre dichiarazioni pubbliche. Abbiamo intrapreso e continueremo ad agire contro quello che consideriamo un uso improprio della nostra tecnologia.”

L’azienda ha ribadito in diverse occasioni, sia mediante pubblicazione di dichiarazioni ufficiali sia mediante Twitter, compresa risposta a Mykhailo Fedorov, Vice primo Ministro dell’Ucraina, che non offre alcun supporto all’esercito russo e che i suoi droni sono progettati esclusivamente per uso civile. Il governo ucraino ha richiesto la disattivazione dei droni acquistati in Russia e della funzione Aerospace.

Può un oggetto progettato per puro divertimento trasformarsi in un’arma? Certamente tutto è possibile, considerando la diabolicità della mente umana. Di esempi se ne potrebbero fare mille, anche in tempi di pace. Speriamo che a breve si possa parlare realmente di pace e che l’orrore della guerra abbia fine, non solo in Ucraina.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.