I dipendenti di Tesla avrebbero condiviso in chat di gruppo o individuali video privati dei conducenti ripresi dalle diverse telecamere installate sui veicoli nonostante l’azienda dichiari che le telecamere siano “progettate da zero per proteggere la vostra privacy”.

Secondo quanto riportato da Reuters, i dipendenti di Tesla hanno diffuso video dei proprietari di auto catturati dalle telecamere dei veicoli elettrici dell’azienda all’insaputa dei proprietari. Alcuni ex dipendenti hanno dichiarato che i loro colleghi hanno condiviso filmati in chat di gruppo o individuali tra il 2019 e il 2022.

Tesla utilizza le telecamere nei suoi veicoli per varie funzioni di guida autonoma, tra cui Autopilot e Autopark ed inoltre per la modalità Sentinella che riprende le persone che si avvicinano al veicolo quando la Tesla è parcheggiata.

I dipendenti che avevano accesso alle immagini delle telecamere erano noti come tagger. Il loro compito è quello di addestrare il sistema di intelligenza artificiale di Tesla a riconoscere oggetti e pedoni. Secondo quanto riferito dagli ex dipendenti, la condivisione di immagini e di meme creati da immagini faceva guadagnare punti simpatia, soprattutto per le persone che venivano promosse a posizioni dirigenziali.

Un filmato avrebbe mostrato addirittura un uomo nudo che camminava verso un veicolo, altri mostravano le persone nelle loro attività quotidiane o in intimità. Forse la cosa peggiore era che girava anche il video di una Tesla in velocità che investiva un bambino in bicicletta. Queste immagini si sarebbero diffuse “a macchia d’olio”, secondo un ex dipendente.

Uno dei video che circolavano mostrava anche un sommergibile Lotus Esprit bianco, apparso nel film di James Bond del 1977 La spia che mi amava. È emerso che l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha acquistato questo veicolo circa dieci anni fa, suggerendo che i suoi dipendenti stavano facendo circolare i filmati che un veicolo aveva catturato nel suo garage.

Tutto questo è in contraddizione con quanto dichiarato ufficialmente da Tesla. Nella sua politica sulla privacy, l’azienda assicura ai suoi clienti che non associa i dati del veicolo generati dalla guida all’identità dei conducenti e che non condivide con nessuno la posizione o le attività dei clienti. I proprietari di Tesla possono acconsentire alla condivisione dei dati, il che consente di condividere con l’azienda le registrazioni delle telecamere. Anche se i clienti danno il loro consenso, le registrazioni dovrebbero rimanere anonime e non essere collegate a un individuo, a meno che l’azienda non riceva i filmati a causa di un evento legato alla sicurezza, come un incidente o l’attivazione degli airbag. Ma un dipendente ha dichiarato che per gli addetti è possibile vedere la posizione dei filmati catturati su Google Maps.

La pratica di condividere le immagini “era una violazione della privacy, ad essere onesti”, ha detto uno degli ex dipendenti. “E ho sempre scherzato sul fatto che non avrei mai comprato una Tesla dopo aver visto come trattavano alcune di queste persone”. Resta da vedere se Tesla risponderà o meno a queste gravi accuse.

Non è certo la prima volta che Tesla è coinvolta in uno scandalo sulla privacy. Ricordiamo che si è appena salvata dalle indagini sulla Modalità Sentinella proprio in merito a questo. 

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.