Brutte notizie per gli utenti di internet europei: dovremo aspettare prima di poter provare il chatbot IA Google Bard, perché Google non ha incluso l’Italia tra i Paesi idonei.

In occasione dell’evento I/O 2023, Google ha annunciato con grande clamore di aver ufficialmente eliminato la lista d’attesa per il suo chatbot con intelligenza artificiale Bard e di aver reso disponibile il servizio in 180 Paesi e territori. Tuttavia, nonostante il lungo elenco di nuovi Paesi, il modello conversazionale non è disponibile in Europa.

È una brutta notizia, perché negli ultimi giorni il modello di Google ha ricevuto alcuni enormi miglioramenti. Innanzitutto, è ora alimentato dal nuovo modello linguistico su larga scala di Google: PaLM2, una versione migliorata di PaLM, rilasciato ad aprile. Il chatbot è stato inoltre addestrato in 20 linguaggi di programmazione. Ciò significa che gli utenti possono chiedergli di produrre, eseguire il debug e migliorare il codice in C++, Python o anche JavaScript. È ora possibile parlare con lui anche in giapponese o coreano, ma non in italiano.

Bard non è disponibile in nessun Paese europeo

Il motivo non è stato dichiarato ufficialmente da Google, ma sembra ragionevole pensare che sia innanzitutto legato al GDPR. Il mese di marzo, l’Italia ha brevemente vietato ChatGPT per motivi simili, prima di riammetterlo perché l’AI non si era conformata alle normative locali. Google accenna anche a questo, affermando che le future estensioni di Bard saranno realizzate “in conformità con le normative locali”. In altre parole, le versioni attuali di Bard non sarebbero ancora conformi alle normative locali.

Con ogni probabilità, Google sta anche aspettando la finalizzazione della tanto attesa legge europea sull’intelligenza artificiale prima di lanciare Bard nel continente. Le principali commissioni del Parlamento Europeo hanno approvato la legge nei giorni scorsi, con una data provvisoria di adozione in plenaria per il 14 giugno.

Le norme proposte dall’UE sull’intelligenza artificiale sono destinate a diventare la prima serie di norme al mondo che regolano l’IA. I regolatori europei stanno cercando di bilanciare i rischi e i benefici della tecnologia. Le regole dovrebbero essere approvate da una commissione del Parlamento Europeo e si applicheranno a qualsiasi fornitore di servizi o prodotti di intelligenza artificiale. Le aziende del settore dovranno quindi rispettare le regole per poter accedere al mercato unico dell’UE.

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