Calo generale: Bitcoin soffre di minimi e il consumo di energia utilizzato per l’estrazione della criptovaluta è crollato.

I frequenti cali di valore di Bitcoin stanno demotivando gli investitori. Secondo digiconomist, il consumo di energia utilizzato per l’estrazione della criptovaluta è crollato di recente. Parlando in numeri diretti, il consumo è stato di 204 terawattora (TWh) l’11 giugno ed è sceso a 132 TWh il 23 giugno, con un calo di circa il 35,45% in soli 12 giorni.

Ovviamente, la spiegazione di questo cambiamento è la svalutazione del Bitcoin, che ha raggiunto il valore più basso dalla quarta metà del 2020 il 18 giugno di quest’anno, che ha fatto rivalutare a molti miner i costi delle loro operazioni, dopo che tutto il costo dell’elettricità è stato in forte aumento in tutto il mondo a causa delle crisi climatiche che compromettono la produzione di energia e a causa della guerra in Ucraina che ha fatto impennare l’aumento del costo dei gas.

Il Bitcoin ha attualmente un prezzo di $ 21.000, che è inferiore a $ 25.200, che è considerata una soglia sicura per il mining della criptovaluta.

D’altra parte, gli ambientalisti affermano che, nonostante la riduzione dei consumi, il mining di Bitcoin dovrebbe continuare, in quanto chi ha acquistato macchine per questi scopi dovrebbe utilizzarle per il momento per avere maggiori ritorni finanziari. Si stima che il consumo annuo sia ancora compreso tra 180 e 200 TWh, lo stesso utilizzato ogni anno da tutti i data center del mondo.

Tuttavia, c’è ancora da dire che anche i minatori di altre criptovalute stanno affrontando svalutazioni, come nel caso di Ethereum, che ha registrato anche un forte calo dopo gli attacchi russi all’Ucraina.

Restate sintonizzati ed appena avremo nuovi aggiornamenti in merito posteremo un nuovo articolo.

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