Una giornalista messicana voleva sapere se le donazioni arrivavano alle vittime del terremoto in Turchia. Ecco cosa ha scoperto inserendo due AirTag nei pacchi.

Gli AirTag sono stati pensati per aiutare gli utenti a rintracciare i loro oggetti in caso di smarrimento ma nel tempo sono stati usati nei modi più disparati. Abbiamo già visto come siano stati impiegati per rintracciare auto, denaro o gioielli rubati, oppure come siano diventati anche uno strumento per le forze di polizia per scoprire traffici illeciti, come nel caso della DEA che avrebbe utilizzato un AirTag per tracciare le attrezzature per la produzione illegale di droga inviate a un produttore negli USA dalla Cina. AirTag è stato anche molto criticato da diversi utenti per l’uso improprio che ne è stato fatto, ovvero quello di localizzare e pedinare persone. Per questo Apple ha dovuto rilasciare un aggiornamento per evitate che il suo gadget diventi un mezzo per gli stolker.

L’AirTag nella vicenda che riportiamo oggi è stato impiegato per smascherare una truffa, finte donazioni a favore delle vittime del terremoto in Turchia. La giornalista messicana Pamela Cerdeira voleva sapere se le donazioni fatte a un ente di beneficenza arrivavano effettivamente a destinazione. Per farlo, ha cercato di inviare due pacchi in Turchia e per assicurarsi che le donazioni arrivassero a destinazione ha anche inserito un AirTag in ogni pacco, tracciando la spedizione durante il tragitto.

Ciò che è emerso è che purtroppo le donazioni non sono mai arrivate a destinazione; sono state invece dirottate. I due pacchi non hanno mai attraversato il confine con il Messico ed anzi non hanno mai lasciato la città ma sono stati invece rivenduti su due mercati diversi. I pacchi contenevano uno riso e l’altro carta igienica.

I funzionari del governo hanno promesso che indagheranno sul caso. L’augurio è che si tratti di casi isolati.

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Carolina Napolano
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