L’Apple AirTag è un tracker che consente di trovare facilmente oggetti smarriti o rubati usando un iPhone, ma il suo scopo è offuscato fin troppo spesso da chi lo usa in modo improprio e illegale. Una ragazza di 19 anni ha riferito di essere stata oggetto di persecuzione da parte del suo ragazzo attraverso il dispositivo.
Residente nella città di Melbourne, in Australia, la giovane donna ha affermato di essersi resa conto di essere seguita quando ha ricevuto sul suo iPhone la notifica di un AirTag sconosciuto attivato nelle sue vicinanze. La ragazza stava facendo shopping. Il fatto si è verificato il 10 febbraio.
“Stavo facendo acquisti per tutto il giorno e continuavo a ricevere le notifiche, ma non avevo idea da dove provenissero“, ha riferito la vittima, che è stata presa dal panico e ha cercato di trovare il tracker sulla sua macchina.
La giovane ha poi cercato di ricordare le persone che avevano avuto accesso recente al mezzo. “L’unica persona che era dentro o vicino alla mia macchina era il mio ragazzo“, ricorda. Il ragazzo, interpellato dalla giovane, inizialmente ha negato di aver piazzato un localizzatore nell’auto, ma ha confessato il gesto dopo che lei ha minacciato di denunciare il caso alla polizia.
“Mi sono sentita violata ed ero in uno stato di shock“, ha detto la vittima. “Mi ha sbalordito che qualcuno di cui mi fidavo così tanto potesse fare qualcosa del genere.“
Purtroppo il caso della giovane non è isolato. Ci sono tantissimi casi simili. Lo scorso dicembre avevamo riferito di due donne che hanno citato in giudizio Apple dopo essere state molestate da ex partner che utilizzavano AirTag. L’azienda cerca di limitare gli incidenti con funzionalità di sicurezza ma non sempre sono efficaci. Ricordiamo che di recente Tile ha pensato ad una nuova funzione con lo scopo di migliorare il servizio di localizzazione ma introducendo anche regole rigide e una multa salata per scoraggiare l’uso improprio dei suoi tracker.
