Il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk afferma che il Google  sta promuovendo “terrorismo e violenza contro tutti i russi” e va bandito.

Ogni tipo di azienda è intervenuta per aiutare la guerra in corso in Ucraina, e Google è stata una delle principali aziende tecnologiche a farlo. Dalla limitazione dei dati su Maps per impedire la diffusione delle località alla chiusura dei canali YouTube russi per fermare gli sforzi di propaganda, quest’anno non sono mancate le azioni intraprese dal gigante della ricerca. Oggi le forze filorusse hanno annunciato l’intenzione di bloccare Google in alcune regioni ucraine, dopo le azioni simili intraprese contro Meta qualche mese fa.

Come riportato dal Guardian, Denis Pushilin, che comanda la regione occupata di Donetsk sotto la “Repubblica Popolare di Donetsk”, ha annunciato il suo piano per vietare il motore di ricerca di Google, sostenendo che l’azienda partecipa alla promozione di “terrorismo e violenza” contro i russi. Si tratta di una mossa che interesserà anche la regione di Luhansk, che ha lo stesso nome di Repubblica Popolare di Luhansk.

Secondo Pushilin, Google ha agito su ordine del governo statunitense, sostenendo atti di violenza contro i russi e la popolazione del Donbas. Queste forze filorusse intendono bloccare Google per quello che il gruppo considera un potenziale terrorismo fino a quando l’azienda “non smetterà di perseguire la sua politica criminale e tornerà sulla strada della legge, della morale e del buon senso”.

Questo divieto non è certo il primo che la Russia ha attuato contro i giganti tecnologici negli Stati Uniti. Sia Facebook che Instagram sono stati vietati all’inizio di quest’anno nel Paese, e le aree controllate dalla Russia in Ucraina hanno seguito l’esempio mesi dopo. La RDP e la LPR esistono entrambe dal 2014, anche se la Russia ha mantenuto il riconoscimento formale fino a quest’anno, dopo l’invasione del Paese.

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