Una sanzione amministrativa di 680.000 euro messa a bilancio di WINDTRE dall’AGCOM solleva domande cruciali sulla regolamentazione del traffico dati e l’integrità delle pratiche contrattuali nel settore della telefonia mobile.

In una mossa che ha scosso il settore della telefonia mobile, l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha imposto una salata sanzione amministrativa a WINDTRE, stabilendo un precedente che potrebbe avere ripercussioni lungo tutto lo spettro degli operatori di telefonia mobile. La sanzione, che ammonta a 680.000 euro, è stata stabilita a seguito della delibera n. 237/23/CONS, che mette sotto esame il modus operandi di WINDTRE in relazione alla gestione del traffico dati degli utenti, come esplicitato nei dettagli del documento dell’autorità regolatrice.

Il nocciolo della controversia riguarda le procedure con cui WINDTRE ha implementato la continuazione del traffico dati una volta superato il plafond disponibile o in caso di esaurimento del credito residuo. L’AGCOM ha sottolineato che tali pratiche sono in diretto contrasto con le normative del settore, che obbligano gli operatori alla “cessazione immediata del traffico dati” in simili circostanze, a meno che non ci siano istruzioni chiare e scritte dall’utente che indichino diversamente.

Le contestazioni da parte dell’AGCOM sono puntate specificamente sulla percezione di “consenso espresso in forma scritta” e la “clausola contrattuale prestabilita”. Secondo l’autorità, l’utente avrebbe dovuto esprimere il suo consenso attraverso una separata accettazione e non mediante l’adesione implicita alle condizioni generali del contratto.

Scavando nel dettaglio delle pratiche di vigilanza, si evince che nel gennaio 2023 WINDTRE aveva avviato un processo informativo, inviando SMS ai clienti prima del rinnovo delle offerte di rete mobile. Questi messaggi comunicavano l’addebito di costi aggiuntivi per mantenere il traffico dati attivo in casi di credito insufficiente. Di fronte alle richieste dell’AGCOM, WINDTRE ha dichiarato che l’anticipo del traffico è una componente fondamentale del piano tariffario, inserita sin dall’origine nel contratto degli utenti.

Tuttavia, l’AGCOM ha reputato questa condotta come inadeguata e in violazione delle normative a protezione degli utenti. Nonostante le motivazioni presentate da WINDTRE, che enfatizza la legalità contrattuale delle sue azioni grazie all’accettazione delle condizioni da parte degli utenti durante la sottoscrizione, l’Autorità ha confermato l’ingiunzione di pagamento della sanzione amministrativa.

Ora, la situazione si prospetta spinosa e WINDTRE ha un termine di 60 giorni per avanzare un ricorso al T.A.R. del Lazio. Questo episodio potrebbe aprire un nuovo capitolo nell’eterna dialettica tra gli operatori telefonici e le regolamentazioni a tutela degli utenti, proponendo un ulteriore dibattito sull’equilibrio tra le pratiche contrattuali e le normative settoriali. Il caso WINDTRE potrebbe diventare un faro per future regolamentazioni e dispute legali, poiché l’industria mobile continua a navigare attraverso le acque mutevoli delle politiche di servizio e della tutela dei consumatori.

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