Dopo il voto alla Camera per il divieto di TikTok, l’app invia nuovi messaggi agli utenti per chiedere loro di contattare i senatori e scongiurare la legge.

In risposta a una proposta di legge che minaccia di vietare TikTok negli Stati Uniti, l’app di condivisione video sta intensificando i suoi sforzi per coinvolgere gli utenti in una campagna di pressione politica. Il giorno seguente all’approvazione della proposta dalla Camera dei Rappresentanti, TikTok ha iniziato a diffondere messaggi in-app, esortando gli utenti a comunicare ai loro senatori l’importanza che l’applicazione riveste per loro e a sollecitarli a opporsi al divieto.

Questo non è il primo tentativo di TikTok di mobilitare il suo vasto pubblico contro la proposta legislativa. Prima del voto della Camera, l’azienda aveva già inviato avvisi simili, invitando gli utenti a contattare i rappresentanti. Tale iniziativa sembra aver provocato una reazione negativa da parte di alcuni legislatori, che hanno interpretato l’azione come un tentativo di “interferire” nel processo legislativo, a seguito delle numerose chiamate ricevute, in gran parte da giovani utenti.

Gli ultimi avvisi inviati sono formulati in termini ancor più espliciti, avvertendo gli utenti del potenziale impatto del voto della Camera, che potrebbe pregiudicare l’accesso di 170 milioni di americani a TikTok. L’app fornisce anche un servizio per facilitare le chiamate ai senatori, richiedendo semplicemente l’inserimento di un codice postale per ottenere i contatti pertinenti.

La legge in questione, denominata “Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act”, pone una seria minaccia per TikTok. Se passasse anche al Senato, l’azienda avrebbe un lasso di tempo di circa sei mesi per essere venduta o affrontare un divieto negli Stati Uniti. Questa proposta legislativa ha ottenuto un supporto bipartisan, con il Presidente Joe Biden che ha già espresso la sua intenzione di firmarla, qualora venisse approvata dal Senato.

Il CEO di TikTok, Shou Chew, ha anche preso parola direttamente, incoraggiando gli utenti a “proteggere i loro diritti costituzionali” e assicurando che l’azienda “farà tutto il possibile” per salvaguardare la piattaforma.

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