Samsung riduce la dipendenza dalla Cina chiudendo le fabbriche e avviando la produzione in altri paesi.
Come altri produttori, anche Samsung ha notevolmente ridotto la sua dipendenza dalla Cina. Secondo un rapporto di BusinessKorea, l’azienda ha già smobilitato circa il 70% della sua forza lavoro nel Paese.
Otto anni fa, Samsung impiegava circa 64.000 dipendenti in vari stabilimenti in Cina, ma quel numero è sceso a soli 20.000 nel 2021. Gli analisti di mercato affermano che il motivo di questo cambio di strategia da parte di Samsung è la guerra commerciale provocata dagli Stati Uniti.
La Corea del Sud è uno storico alleato degli Stati Uniti e questo ha spinto Samsung a spostare le sue fabbriche in Vietnam e India.
Oltre a diminuire la propria dipendenza dalla Cina, Samsung è tornata a produrre molti semiconduttori in Corea del Sud. Questo aumento della produzione raggiunge il 20% e il reinvestimento nel proprio paese garantisce una maggiore sicurezza nella fornitura di chip.
Altri fattori importanti che hanno pesato sulla mossa di Samsung includono l’aumento del costo del lavoro in Cina, la discriminazione nei confronti dei dipendenti coreani, le politiche basate sulla domanda locale, l’aumento dei prezzi dei prodotti e il costante blocco a causa della pandemia.
Naturalmente, questa dispersione della capacità produttiva di Samsung è importante anche per il mercato globale dei semiconduttori, poiché il settore non dipende più da un solo Paese.
Il cambio di posizionamento dell’azienda sudcoreana ha giovato anche all’America Latina, dal momento che il Messico sarà utilizzato per espandere la produzione degli elettrodomestici del brand.
Nel corso delle prossimi settimane o mesi conosceremo ulteriori dettagli, quindi restate sintonizzati sulle nostre frequenze ed appena avremo nuove informazioni in merito o altre news provenienti dal mondo della tecnologia posteremo un nuovo articolo per tenervi informati.
