Il lancio di Android 14 ha portato a un grave bug che ha impedito l’accesso alla memoria locale su diversi dispositivi Pixel 6 e PIxel 7. La situazione, simile a un ransomware, ha lasciato gli utenti in attesa di una soluzione per oltre un mese.

Proprietari di smartphone Pixel 6 e Pixel 7 si sono trovati di fronte a un’amara sorpresa: un bug critico di Android 14 ha lasciato molti con dispositivi bloccati, richiamando l’esperienza frustrante di essere ostaggio di un ransomware. Il problema, emerso a inizio di ottobre e riportato da Ars Technica, ha sollevato interrogativi sulle capacità di Google di gestire rapidamente le emergenze software.

Dalla comparsa del bug l’8 ottobre, molti utenti con account multipli si sono visti negare l’accesso alla memoria locale dei loro dispositivi Pixel. La gamma di modelli affetti va dal Pixel 4 al Pixel 8, con alcune persone incapaci di sbloccare i propri telefoni e altre prive di accesso ai dati salvati. Alcuni dispositivi sono diventati completamente inoperabili, avviandosi in bootloop e non riuscendo a raggiungere la schermata iniziale.

Nonostante le immediate segnalazioni della community, Google ha proseguito la distribuzione dell’aggiornamento problematico e ha ufficialmente riconosciuto il difetto solo dopo circa 20 giorni. Questa lentezza nella reazione ha aggravato il senso di frustrazione tra gli utenti.

La situazione ha iniziato a dirigersi verso una risoluzione solo con la patch di novembre, che mira a risolvere questi gravi problemi. Tuttavia, il recupero dei dati non è garantito per tutti: mentre chi ha avuto problemi con l’accesso alla memoria potrebbe riuscire a recuperare le proprie informazioni, coloro che soffrono di bootloop potrebbero dover fare i conti con una perdita totale.

La dichiarazione iniziale di Google sul rilascio del 2 novembre non lasciava spazio a molto ottimismo, ma aggiornamenti successivi hanno fornito una speranza di recupero per alcuni dati. La big tech di Mountain View ha affermato di essere al lavoro per trovare soluzioni per i dispositivi ancora affetti da riavvii continui, promettendo di condividere aggiornamenti aggiuntivi a breve.

Questo incidente mette in luce le criticità nel sistema di sicurezza di Google e la gestione degli aggiornamenti di sistema. L’adozione del sistema di doppia partizione, che avrebbe dovuto evitare simili inconvenienti, non ha funzionato come previsto. Non ha identificato il bug all’avvio, permettendo la persistenza e la diffusione del problema.

Il lungo intervallo temporale prima di riconoscere e agire sul problema è stato motivo di critica, soprattutto in considerazione del fatto che molti utenti si sono trovati con dispositivi inutilizzabili per settimane. Questo ha generato reazioni negative tra la base di utenti, con commenti ironici e amari che sottolineano la delusione nei confronti di Google, come il caso dell’utente che ha indicato gli “anni di aggiornamenti garantiti non come un vantaggio, ma come una potenziale minaccia alla funzionalità dei propri dispositivi”.

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