OpenAI risponde alla causa e alle accuse di Musk rendendo note delle vecchie email dalle quali emergono i diversi punti di vista dell’imprenditore e la società.

Elon Musk ha citato OpenAI per aver tradito la sua missione no-profit e per aver inseguito i profitti. L’azienda però non è stata alle accuse dell’imprenditore e ha deciso di rispondere mediante una pubblicazione sul suo blog, nella quale non solo spiega gli accadimenti ma rende pubbliche alcune email relative al periodo in cui Musk era ancora coinvolto nelle operazioni di OpenAI. Si legge che Musk avrebbe voluto che l’organizzazione si fondesse con Tesla quando si stava iniziando a pianificare la sua transizione in un’entità a scopo di lucro per poter raggiungere i suoi obiettivi. OpenAI dichiara “O questo o ottenere il pieno controllo dell’azienda”.

Nel 2017 l’avventura di OpenAI era già iniziata, ma i suoi leader si sono resi conto di aver bisogno di molti più soldi di quelli ipotizzati inizialmente, perché l’intelligenza artificiale richiede grandi quantità di potenza di calcolo. Hanno dunque iniziato a discutere della transizione verso una struttura a scopo di lucro. OpenAI ha dichiarato che Musk inizialmente voleva la maggioranza del capitale, il controllo del consiglio di amministrazione e la posizione di CEO, ma l’organizzazione ha ritenuto che fosse contrario alla sua missione dare a una sola persona il controllo assoluto dell’azienda. Non essendo riusciti a trovare un accordo in questo senso Musk avrebbe trattenuto i finanziamenti mentre le trattative erano in corso.

Nel 2018 Musk ha poi suggerito di collegare l’organizzazione a Tesla in modo che la casa automobilistica potesse fornire i finanziamenti. Non è stata pubblicata la risposta a questa proposta, ma è evidente che anche questa strada non è stata perseguita e poco dopo Musk ha lasciato l’azienda. In una e-mail, l’imprenditore afferma che la sua “valutazione della probabilità che OpenAI sia rilevante per DeepMind/Google senza un drastico cambiamento nell’esecuzione e nelle risorse è dello 0%”.

Musk ha accusato OpenAI di essere una filiale di Microsoft, che utilizza la sua tecnologia AI per i suoi prodotti, come Bing, dopo aver investito 13 miliardi di dollari nella società. Questo avrebbe snaturato la missione di OpenAI di sviluppare tecnologie AI che fossero di beneficio collettivo. OpenAI ribatte chiarendo che Musk era ben consapevole che la sua missione non implicava l’open sourcing della sua tecnologia di intelligenza artificiale. A riprova un’altra email pubblicata sul blog inviata da Ilya Sutskever, nella quale il concetto viene espresso in maniera molto chiara: “L’Open in OpenAI significa che tutti dovrebbero beneficiare dei frutti dell’IA dopo la sua costruzione, ma va benissimo non condividere la scienza”. Musk avrebbe risposto con un Sì.

OpenAI esprime il suo rammarico per essere giunta a questo punto con una persona che ha comunque fatto parte del progetto e che ha fornito un input importante, sebbene in un secondo tempo abbia sminuito le possibilità di successo. Le reazioni alle accuse di Musk sono state molteplici. Questi chiede chiede un processo con giuria e che il tribunale ordini a OpenAI di seguire la sua “pratica di lunga data di rendere la ricerca e la tecnologia dell’IA disponibile al pubblico“, oltre a proibirle di usare la sua tecnologia a beneficio finanziario di Microsoft e di qualsiasi altra organizzazione. Non sappiamo quali saranno i risvolti, ma sicuramente se ne parlerà per un po’.

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Carolina Napolano
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