Con il lancio di iPhone 13, all’evento di Apple dello scorso settembre, si sperava nell’arrivo di una caratteristica tanto desiderata: la ricarica wireless inversa. Tale tecnologia, presente anche nell’iPhone 12 in base a quanto registrato presso la US Federal Communications Commission e utilizzabile per ricaricare il MagSafe Battery Pack di Apple (quando iPhone è collegato tramite cavo Lightning e in fase di carica), non è stata resa disponibile per altri utilizzi.

La ricarica wireless o senza fili

La ricarica wireless non è esattamente una novità: è stata dimostrata per la prima volta più di 100 anni fa da Nikola Tesla e se abbiamo uno spazzolino elettrico, probabilmente abbiamo anche un caricabatterie wireless nel nostro bagno. La tecnologia utilizzata non è cambiata molto negli ultimi anni, ma è diventata più efficiente. Nel settore degli smartphone e dei tablet, la ricarica wireless si basa sull’elettromagnetismo. In teoria è possibile trasmettere l’elettricità anche tramite le onde radio, ma non è un sistema sufficientemente potente e pratico per un utilizzo quotidiano. La ricarica elettromagnetica si basa su un trasmettitore e uno o più ricevitori. Il trasmettitore, cioè il supporto o il disco per la ricarica wireless, crea un campo magnetico oscillante. Quando è sufficientemente vicino a un ricevitore, tale campo magnetico induce una corrente nelle bobine che può essere utilizzata per ricaricare una batteria o per alimentare piccoli dispositivi elettronici. La quantità di energia che si può trasferire dipende dalle dimensioni delle bobine e dall’intensità del campo magnetico. Poiché lo spazio all’interno dell’iPhone è limitato, così come nell’Apple Watch che utilizza comunque la ricarica wireless, le bobine devono essere molto piccole.

Ecco perché è necessario che l’iPhone sia piazzato sopra il caricatore wireless e non di fianco ed è per questo che Apple utilizza i magneti per allineare correttamente il caricatore con l’iPhone 12, l’iPhone 13 e l’Apple Watch. Aumentando le dimensioni di ogni elemento, è possibile aumentare la distanza di caricamento: per questo possono esistere piazzole di ricarica per le auto elettriche che ricaricano le batterie senza un “aggancio” fisico. Il grande svantaggio della ricarica wireless è la lentezza rispetto alle soluzioni con il cavo: MagSafe di Apple ricarica a circa la metà della velocità di un caricatore da 20 W con cavo e anche le soluzioni di ricarica wireless più aggiornate sono comunque lente. L’iPhone 11 non può caricarsi in wireless a più di 7,5 W. Quello che si perde in velocità di ricarica, però, si guadagna nella praticità e nella riduzione del disordine dei cavi. La ricarica wireless inversa, come suggerisce il nome, trasmette l’energia nella direzione opposta: consentirebbe di usare l’iPhone per ricaricare le AirPods o l’Apple Watch.

Ricarica inversa

La ricarica wireless inversa è già comparsa in numerosi smartphone Android. Huawei è stato uno dei primi produttori a inserire tale tecnologia nel Mate 20 Pro, mentre Samsung la chiama PowerShare per i telefoni della serie Galaxy S20. Con la ricarica wireless inversa, le bobine di induzione dello smartphone o del tablet sono reversibili: oltre a generare corrente a partire da un campo magnetico, possono anche creare un campo magnetico che verrà ricevuto da un altro dispositivo. La potenza in gioco è inferiore a quella della ricarica wireless standard: la maggior parte degli smartphone attuali raggiunge al massimo i 4,5 W. In ogni caso, è una potenza sufficiente per ricaricare al volo le cuffie o lo smartwatch quando non si hanno a portata di mano altre soluzioni.

Più opzioni di scelta per la ricarica

Sono diversi gli standard che si basano su questa tecnologia e il più comune è il Qi, che Apple supporta fin dall’iPhone 8. Qi è usato anche da numerosi punti di ricarica pubblici, per esempio in alcuni ristoranti. Tale standard è stato creato ed è controllato e certificato dal Wireless Power Consortium, WPC in breve, al quale partecipano più di 600 aziende. Oltre che da Apple, Qi è la soluzione preferita dai produttori terzi di accessori come Belkin e Mophie.

Il vantaggio chiave di Qi è l’ampia compatibilità. Se un caricatore è compatibile Qi, non ha importanza quale dispositivo vogliamo caricare: sullo stesso supporto possiamo piazzare e ricaricare il nostro iPhone oppure un qualsiasi Android. C’è anche un’ampia scelta di caricatori, quindi se non ci piace il MagSafe di Apple o abbiamo un iPhone precedente al 12 e quindi senza MagSafe, possiamo scegliere decine di alternative, spesso anche a buon prezzo.

Articolo precedenteCybersecurity: 10 cose da eliminare nel 2022 per migliorare
Articolo successivoFire TV Stick 4K Max la più veloce di Amazon – Recensione