Google ha interrotto la funzione Conversational Action, che consentiva agli oggetti connessi di comprendere i comandi vocali di Google Assistant.

L’API Conversational Actions di Google non funziona più da qualche giorno. La scorsa estate, l’azienda aveva annunciato che l’accesso a questa funzionalità sarebbe stato interrotto a partire dal 13 giugno 2023. Gli oggetti connessi non compatibili con Android hanno smesso di funzionare con l’assistente vocale. Per alcuni utenti, questa è stata una sorpresa molto spiacevole, come dimostra la testimonianza del fondatore di Android Police. Su Twitter ha dichiarato: “La funzionalità di Google Home/Assistant è stata rimossa il 13 giugno e non è stata sostituita da nulla, ha semplicemente smesso di funzionare e non posso più controllare le mie luci, le serrature e l’allarme con la voce”.

È improbabile che questi dispositivi connessi siano di nuovo compatibili con Google Home. I prodotti in questione sono spesso progettati da piccole aziende che non hanno né il budget né la volontà di modificare l’attuale integrazione. In altre parole, se la loro applicazione non è compatibile con Android, verrà esclusa dal sistema. Questo è ciò che sta accadendo a migliaia di dispositivi.

Milioni di dispositivi smart non ricevono più comandi da Google Assistant

Le aziende che producono dispositivi smart come lampadine, termostati e centraline di comando per le porte dei garage offrono spesso un servizio online, attraverso il quale passano le richieste per l’API Conversational Actions. Obbligando le aziende a utilizzare le App Actions, Google le obbliga anche a offrire un’applicazione Android o Google Home.

Molti utenti si sono rivolti ai produttori dei dispositivi smart per lamentarsi della situazione che si è venuta a creare. Le possibilità che il loro dispositivo recuperi il controllo vocale sono scarse. Piuttosto che promettere un aggiornamento del software, le aziende preferiscono indirizzare i consumatori verso assistenti intelligenti rivali come Alexa o Siri.

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