Un accordo tra la presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo promette di rafforzare l’accesso ai dati e garantirne un utilizzo equo, segnando un importante avanzamento per il Data Act europeo.

Il Data Act europeo ha segnato una svolta significativa grazie a un accordo recentemente raggiunto tra la presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo. Questo accordo, un catalizzatore per un cambiamento fondamentale nel modo in cui i dati vengono gestiti e utilizzati, promette di “sbloccare il potenziale economico e sociale dei dati e delle tecnologie”, secondo il svedese per la Pubblica Amministrazione, Erik Slottner.

Il nuovo regolamento, che stabilisce le norme per l’accesso ai dati e il loro utilizzo equo, è il fondamento di un’ambiziosa legge che mira a stimolare la libera circolazione dei dati in tutto il continente. Il suo obiettivo principale è di beneficiare cittadini e imprese, dando nuova linfa vitale al mercato interno dei dati.

Il Data Act europeo si colloca in un quadro normativo più ampio, includendo il Data Governance Act (DGA), il Digital Markets Act (DMA), il Digital Services Act (DSA) e il General Data Protection Regulation (GDPR). Questi strumenti legislativi, uniti, formano la spina dorsale della strategia digitale europea.

Il regolamento fornisce chiarezza su chi può accedere e utilizzare i dati generati all’interno dell’Unione Europea. Evidenzia inoltre l’obiettivo di ripartire equamente il valore dei dati tra tutti gli attori nell’ambiente digitale, non solo per creare un mercato dei dati più competitivo, ma anche per generare innovazione basata sui dati e garantirne l’accessibilità. Per rafforzare ulteriormente questo punto, il regolamento adotta misure per prevenire il trasferimento illecito di dati da parte dei fornitori di servizi cloud.

Uno dei punti fondamentali di questo regolamento è il rafforzamento del diritto alla portabilità dei dati, generati da dispositivi intelligenti e trasferiti da un servizio all’altro. Questo segna un passo in avanti significativo per consumatori e imprese, che avranno un controllo maggiore su come i dati generati dai loro prodotti connessi vengono utilizzati. Questa è una vittoria notevole, in particolare per i dati generati da dispositivi IoT, dove “l’attenzione si è spostata sulle funzionalità dei dati raccolti dai prodotti connessi anziché dai prodotti stessi”.

Inoltre, il regolamento introduce misure per proteggere tutte le parti nei contratti di condivisione dei dati, fornisce indicazioni sul “ragionevole compenso delle imprese per la messa a disposizione dei dati”, e garantisce la protezione dei segreti commerciali e dei diritti di proprietà intellettuale. Viene inoltre considerata la possibilità per le principali istituzioni europee di accedere e utilizzare i dati del settore privato in casi eccezionali, come le emergenze pubbliche.

È importante sottolineare che questo regolamento non intende in alcun modo sostituire la legislazione attuale in materia di protezione dei dati (GDPR) o di governance dei dati. La strada verso la sua piena adozione non è ancora finita, in quanto l’accordo ora deve ottenere l’approvazione del Consiglio e del Parlamento di Strasburgo per diventare legge. Tuttavia, questo importante passo avanti segna un capitolo promettente nel viaggio verso un futuro digitale più equo e trasparente per l’Europa.

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