Tra funzionalità limitate e vincoli d’uso, Apple Music Voice cede il passo: si conclude l’esperimento del colosso di Cupertino per un’offerta streaming più accessibile

Nel panorama sempre più competitivo dei servizi di streaming musicale, dove Spotify si posiziona come leader indiscusso, Apple Music si è fatta strada con una proposta diversificata, mirata a catturare la fedeltà degli utenti dell’ecosistema Apple. Tuttavia, non tutte le iniziative si sono rivelate vincenti. Lo dimostra l’addio a Apple Music Voice, l’abbonamento lanciato nel 2021 a un prezzo allettante di 4,99 euro al mese, che si appresta a concludere il suo ciclo.

Il servizio, che aveva il vantaggio di un costo ridotto rispetto agli abbonamenti Individuale e Famiglia, presentava una particolarità notevole: l’interazione quasi esclusiva con Siri, l’assistente vocale di Apple. Questo ha rappresentato un limite piuttosto che una facilitazione, trasformando l’esperienza d’uso in una serie di restrizioni. La riproduzione manuale dei brani era sostanzialmente impedita, costringendo gli utenti a dipendere interamente da Siri anche per operazioni semplici, un vincolo non trascurabile specialmente per chi ama la musica internazionale e deve lottare con le sfide della pronuncia.

Nonostante la promessa di semplificazione, queste e altre limitazioni hanno influito negativamente sulla diffusione di Apple Music Voice, al punto che Apple ha deciso di chiudere i battenti dell’abbonamento. A partire da questo mese, il servizio non sarà più disponibile. Gli abbonati correnti potranno godere del servizio fino alla conclusione del periodo in corso, dopodiché l’opzione di rinnovo automatico sarà annullata e sarà necessario scegliere un’alternativa.

Con la sospensione di Apple Music Voice, il salto verso il prossimo abbonamento più conveniente – quello per studenti a 5,99 euro al mese – risulta comunque accessibile, ma per gli utenti standard il costo mensile salirà a 10,99 euro. Le ragioni ufficiali della cessazione dell’offerta non sono state fornite in dettaglio da Apple, ma si può speculare che il basso tasso di adesione abbia giocato un ruolo chiave nella decisione.

Alcuni potrebbero argomentare che, dopo aver eluso gli incrementi tariffari appena applicati ad altri servizi come Apple TV+, Apple Arcade e Apple One, c’è stata la necessità di individuare una strategia per incrementare, seppur indirettamente, i costi a carico degli utenti di Apple Music. Nonostante ciò, non si esclude che possano essere annunciati ulteriori rialzi del prezzo del servizio nel prossimo futuro, sia nel breve che nel medio termine.

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Carolina Napolano
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