Amazon si appresta a licenziare diverse centinaia di dipendenti di Prime Video e MGM Studios. Questa notizia segue quella dei licenziamenti previsti per Twitch.

Amazon sta per licenziare centinaia di persone tra Prime Video e Amazon MGM Studios. Mike Hopkins, capo della divisione, ha scritto in un’e-mail inviata al personale che sono state indentificate “le opportunità di ridurre o interrompere gli investimenti in alcune aree, aumentando al contempo i nostri investimenti e concentrandoci sui contenuti e sulle iniziative di prodotto che hanno un impatto maggiore”.

Hopkins non ha indicato il numero esatto di dipendenti che verranno licenziati, ma ha parlato di “diverse centinaia”. La maggior parte dei lavoratori americani interessati dovrebbe aver già ricevuto la notifica, mentre i lavoratori di altri Paesi riceveranno la comunicazione entro la fine della settimana. L’azienda aiuterà i lavoratori licenziati con pacchetti di benefit che includeranno liquidazione e supporto per la ricerca di una nuova occupazione. Nonostante il taglio di posti di lavoro, l’azienda promette “investimenti nella programmazione, nel marketing e nel prodotto”.

Non si tratta dei primi licenziamenti fatti da parte di Amazon. Recentemente abbiamo riportato anche la notizia dei licenziamenti che interessano Twitch, piattaforma di live streaming di proprietà della stessa Amazon, dove è prevista una riduzione della forza lavoro del 35%. A fine 2023 Amazon ha licenziato quasi 200 persone dalla sua divisione giochi e alcune centinaia di persone dalla divisione Alexa. Sempre lo scorso anno, nel mese di gennaio ha licenziato ben 18.000 persone dalle sue divisioni di vendita al dettaglio e di reclutamento e ha poi tagliato altri 9.000 posti di lavoro nel mese di marzo. La motivazione è, più o meno, sempre la stessa: la necessità di ridurre i costi, ottimizzare e dare priorità a quegli investimenti che prospettano “un successo a lungo termine”. Il tutto attraverso “ristrutturazioni interne” che quasi sempre equivalgono a importanti tagli del personale.

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Carolina Napolano
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