Twitter si è ritirata dal Codice di condotta volontario dell’UE contro la disinformazione sottoscritto nel 2018. Questo non la esonererà dal rispettare il DSA.

Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha dichiarato che Twitter si è ritirata dal Codice di condotta volontario dell’Unione Europea contro la disinformazione online, ma non ha mancato di sottolineare che sussistono degli obblighi da rispettare che rimangono e ha ricordato che, al di là degli impegni volontari, a partire dal 25 agosto entrerà in vigore la DSA. La lotta alla disinformazione sarà un obbligo legale.

Breton si riferisce al Digital Services Act dell’UE che richiederà alle “piattaforme online molto grandi”, come Twitter, di essere più proattive nella moderazione dei contenuti. Il DSA prevede un insieme di norme in materia di trasparenza e responsabilità e maggiori garanzie per gli utenti, compresa la possibilità di contestare le decisioni prese dalle piattaforme relative alla moderazione dei contenuti.

Twitter aveva sottoscritto il Codice di condotta dell’UE contro la disinformazione nel 2018, molto prima dunque dell’acquisizione da parte di Elon Musk lo scorso ottobre, insieme ad aziende come Facebook Meta, Google e TikTok. Sebbene il Codice sia volontario, nel giugno 2022 l’UE ha annunciato che il rispetto dell’accordo sarebbe stato considerato ai fini della conformità alla DSA. La decisione di Twitter di ritirarsi dall’accordo pochi mesi prima che l’UE inizi a far rispettare il DSA sembrerebbe suggerire che l’azienda intenda eludere le regole sulla moderazione dei contenuti.

Ignorare il DSA potrebbe però trasformarsi in una lotta costosa per Twitter ed Elon Musk. La legislazione consente ai funzionari dell’UE di comminare sanzioni fino al 10% del fatturato annuo globale per le infrazioni e multe fino al 20% del fatturato mondiale per i casi ripetuti di non conformità. La Commissione europea ha inoltre dichiarato che la ripetuta inosservanza potrebbe portare l’UE a bloccare l’accesso ai servizi che commettono l’infrazione.

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Carolina Napolano
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