Secondo un recente studio, riparare smartphone autonomamente può significare un notevole risparmio economico e un importante contributo alla salvaguardia dell’ambiente.

La crescente consapevolezza ambientale e la ricerca di modalità per estendere la vita dei dispositivi elettronici, come riparare smartphone da soli emerge come una pratica gratificante e sostenibile. Nonostante l’accessibilità a numerose guide online, il volume di piccoli rifiuti elettronici ha raggiunto le 24,5 milioni di tonnellate nel 2022, un quantitativo impressionante se paragonato al peso della Grande Piramide di Giza.

Per contrastare questa tendenza, giganti tecnologici come Apple, Google e Samsung hanno lanciato programmi di riparazione autonoma, fornendo agli utenti accesso a pezzi di ricambio originali e guide dettagliate. Questi programmi incentivano la cultura del “fai da te” nella manutenzione dei dispositivi e rappresentano anche una svolta verso la riduzione dell’impatto ambientale legato al ciclo di vita degli smartphone.

Un’analisi di Electronics Hub, basata su dati di iFixit, svela che Apple si posiziona al vertice dei brand più riparate, con 17.511.792 pagine viste su iFixit, evidenziando una marcata preferenza per il marchio nella comunità degli auto-riparatori. Sorprendentemente, iPhone 4 del 2010 si aggiudica il titolo di dispositivo più riparato con 5.192.539 interventi, testimoniando la longevità e la popolarità dei prodotti Apple tra gli appassionati di tecnologia.

Al contrario, il Samsung Galaxy S III del 2012 emerge come il modello Android più soggetto a riparazioni, con 972.558 interventi, una cifra notevolmente inferiore rispetto ai dispositivi Apple più riparati. Questo dato mette in luce una divergenza nelle abitudini di riparazione tra gli utenti Android e quelli Apple: nonostante anche i dispositivi Android necessitino di manutenzione, sembrano meno frequentemente oggetto di ricerca di guide per la riparazione.

L’iPhone 14 Pro Max, tra i modelli rilasciati nel 2022, si distingue con 111.453 riparazioni, sottolineando la tendenza degli utenti Apple a mantenere attiva la cultura della riparazione anche per i dispositivi più recenti. Questa propensione non sembra riflettersi nella stessa misura nei dispositivi Android più nuovi, forse a causa di una minore necessità di riparazione o di maggiori difficoltà nell’eseguire tali interventi in autonomia.

L’iniziativa dei produttori di smartphone di facilitare l’autoriparazione segna un cambio di paradigma nell’industria, spingendo verso una maggiore sostenibilità e responsabilità ambientale. Tuttavia, la sfida rimane quella di rendere queste pratiche accessibili e fattibili per un pubblico più ampio, contribuendo così a un decremento nel volume dei rifiuti elettronici e a un prolungamento della vita utile dei dispositivi.

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