Carl Pei svela i dettagli sulla power bank Nothing Power (1): un progetto ambizioso tra difficoltà tecniche e decisioni coraggiose.

Nel mondo del cinema, la domanda sull’opera irrealizzata più famosa tende a gravitare attorno al progetto di Stanley Kubrick “Napoleon”. Tuttavia, in ambito tecnologico, potremmo essere tentati di chiederci: “Qual è stata la più grande power bank mai realizzata?”. Ebbene, Carl Pei, il fondatore di Nothing, ci offre una risposta intrigante.

La power bank di Nothing, che doveva chiamarsi “Power (1)”, è una di quelle storie non raccontate che racchiude promesse e sfide. In un video rivelatore, Carl Pei ci porta dietro le quinte di “Power (1) – il prodotto che non è mai stato”. Questo dispositivo doveva seguire il rilascio degli auricolari Ear (1) e, come ha sottolineato Pei, “Molti di noi hanno investito molto in questo prodotto, in termini di tempo e di costi”. Ma cosa è andato storto?

Il design trasparente, come spiega Pei, era un terreno nuovo e complicato per il team di Nothing. Le sfide non erano solo estetiche, come rendere la colla invisibile ma anche strutturali. La robustezza del prodotto e l’efficacia della colla erano essenziali. Ma la vera crisi si è manifestata durante la fase di test.

Problemi termici sono emersi come una barriera insormontabile. Pei ha ricordato: “Se avessimo usato il tipo di velocità di ricarica che volevamo, si sarebbe surriscaldato”. Per una startup come Nothing, la sicurezza del prodotto è di primaria importanza e, di fronte a tali problemi, la decisione di abbandonare il progetto è sembrata l’unica soluzione responsabile.

Come se ciò non bastasse, il prototipo Power (1) ha avuto problemi di resistenza. Il team ha sottoposto il dispositivo a test estensivi, esponendolo a cadute da diverse angolazioni e altezze. Il risultato? “Si rompe abbastanza facilmente”, ha ammesso il CEO di Nothing.

Tuttavia, la conclusione dell’esperienza per Carl Pei e il suo team non è stata di sconfitta o rimpianto. Al contrario, è stata un’opportunità di apprendimento e riflessione. Con una metafora ispiratrice, Pei ci invita a considerare le sfide come deviazioni nel percorso verso il successo: “Pensate a questo: se siete in macchina e state guidando da qualche parte e vi rendete conto di aver inserito la posizione sbagliata nel GPS, continuereste a guidare ancora un po’ per arrivare alla vostra destinazione finale… o fareste semplicemente un’inversione a U per arrivare dove dovete effettivamente essere?”.

Articolo precedentePS5 Slim: l’unità disco rimovibile richiede una connessione internet
Articolo successivoIntel Meteor Lake: leak rivela CPU Core Ultra della serie “U”
Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.