L’acquisizione multimiliardaria di Activision Blizzard da parte di Microsoft inciampa nuovamente su ostacoli legali, con l’intervento dell’ente di controllo del mercato britannico che potrebbe ritardare ulteriormente l’accordo.

Proprio quando sembrava che le tempeste fossero passate, la saga dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft si è ritrovata in balia di nuovi venti turbolenti. La scorsa settimana, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha dovuto arrendersi nella sua battaglia per bloccare l’accordo tra Microsoft e Activision Blizzard, inizialmente previsto per il 18 luglio. Nonostante un’ultima disperata mossa della FTC, un giudice della Corte d’Appello del Nono Circuito ha respinto la richiesta di rinvio.

Tuttavia, coloro che erano pronti a chiudere il capitolo su questa storia si sono presto dovuti ricredere. Infatti, la Microsoft deve ancora affrontare la tenacia della Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito. A complicare ulteriormente le cose, la CMA aveva bloccato l’accordo ad aprile, una decisione che Microsoft aveva prontamente contestato. Nonostante la sconfitta della FTC, la CMA ha deciso di mettere in pausa l’appello, lasciando alla Microsoft la possibilità di proporre modifiche all’accordo che potrebbero trovare l’approvazione dell’autorità britannica. Tuttavia, non era chiaro quanto avrebbe potuto durare questa fase di stallo.

Oggi, il Competition Appeal Tribunal del Regno Unito ha accettato la richiesta di Microsoft e della CMA di sospendere i procedimenti legali per l’acquisizione di Activision. Si attende la decisione finale sulla sospensione giovedì, ma sembra probabile che venga approvata. Di conseguenza, la CMA ha prorogato di sei settimane la data per la decisione finale sull’accordo, spostandola dal 18 luglio al 29 agosto.

Ciò significa che l’atteso accordo con Activision potrebbe non concludersi entro il 18 luglio come previsto. Se l’accordo non dovesse essere raggiunto entro tale data, sia Microsoft che Activision avrebbero la possibilità di ritirarsi. In tal caso, Microsoft dovrebbe pagare ad Activision una penale di 3 miliardi di dollari. Tuttavia, se Microsoft e Activision Blizzard dovessero decidere di proseguire con l’accordo, avrebbero la possibilità di negoziare una proroga. Al momento, entrambe le parti sembrano soddisfatte del rapporto, ma una rottura non è da escludere. Non resta che attendere ulteriori sviluppi.

L’obiezione della CMA all’accordo tra Microsoft e Activision Blizzard non riguardava tanto la battaglia tra le console PlayStation e Xbox, quanto il potenziale vantaggio che l’esclusività di Call of Duty avrebbe potuto dare a Microsoft nel fiorente mercato del cloud gaming. Sarà interessante vedere quali concessioni sarà disposta a fare Microsoft per placare le preoccupazioni della CMA su questo punto. Ora avranno qualche settimana in più per capirlo. Il finale di questa saga resta quindi ancora incerto, segnando un altro capitolo tumultuoso nella storia delle acquisizioni nel mondo dei videogiochi.

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