Attualmente sul pianeta si parlano più di 7.000 lingue. Sei mesi fa, Meta ha lanciato l’ambizioso progetto No Language Left Behind (NLLB), che prevede l’addestramento di un’intelligenza artificiale in grado di tradurre senza problemi tra numerose lingue senza dover passare prima dall’inglese. Mercoledì scorso, l’azienda ha annunciato il suo primo grande successo, chiamato NLLB-200. Si tratta di un modello di intelligenza artificiale in grado di parlare in 200 lingue, comprese alcune lingue meno diffuse in Asia e Africa, come il lao e il kamba.

Secondo un post pubblicato mercoledì sul blog dell’azienda, NLLB-200 è in grado di tradurre 55 lingue africane con “risultati di alta qualità”. Meta vanta che le prestazioni del modello sul benchmark FLORES-101 hanno superato in una media del 44% i modelli all’avanguardia esistenti e fino al 70% per alcuni dialetti africani e indiani.

La traduzione tra due lingue – soprattutto se nessuna delle due è l’inglese – si è rivelata una sfida significativa per i modelli linguistici dell’intelligenza artificiale perché, in parte, molti di questi sistemi di traduzione si basano su dati scritti recuperati da Internet per addestrarsi. Facilissimo se si parla una lingua ampiamente diffusa, molto più difficile se si cercano contenuti di qualità in Fan o Kikuyu.

Come per la maggior parte degli altri programmi di intelligenza artificiale promossi pubblicamente, Meta ha deciso di rendere open-source NLLB-200 e di fornire 200.000 dollari in sovvenzioni a organizzazioni non profit per sviluppare applicazioni reali della tecnologia. “Immaginate di visitare un gruppo Facebook preferito, di imbattervi in un post in Igbo o Luganda e di poterlo capire nella vostra lingua con un semplice clic“, ipotizza il post di Meta. Inoltre la tecnologia alla base del modello NLLB-200 supporta gli editori di Wikipedia per tradurre i contenuti in lingue sottorappresentate.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.