Nelle nostre case siamo circondati da diversi dispositivi tecnologici come ad esempio: televisioni, smartphone, smartwatch, tablet e PC dove ognuno di loro sfrutta una diversa tecnologia per i display. Infatti, ogni tipologia di pannello racchiude una serie di vantaggi e svantaggi.

Fino a qualche anno fa, diversi produttori di smartphone e tablet utilizzavano pannelli con tecnologia IPS LCD sui dispositivi di fascia economica, adesso, dopo diversi feedback da parte degli utenti, i produttori si sono adeguati ad introdurre i pannelli OLED sui dispositivi di fascia bassa aumentando leggermente l’asticella del prezzo.

Ad oggi ci sono diversi dispositivi che adottano la tecnologia IPS che sono i monitor e alcuni pc portatili, che pur sfruttando ancora i refresh rate 60Hz offrono maggior brillantezza e nitidezza del colore anche negli angoli di visione più estesa.

In questo articolo andremo a vedere alcune differenze sui tre pannelli principali OLED, AMOLED e POLED che sono presenti su diversi dispositivi. Partendo innanzitutto dai pannelli OLED, per chi non fosse a conoscenza sul loro trattamento, è una tecnologia che utilizza la retroilluminazione generale del pannello dei pixel, studiata per emanare luce e riprodurre immagini sullo schermo.

Un display OLED (Organic Light-Emitting Diode) è formato da alcuni strati di materiale organico racchiusi fra un anodo (elettrodo a potenziale maggiore) trasparente e un catodo metallico. Per la produzione di questo display vengono aggiunti 3 strati organici, uno per l’iniezione della lacuna elettronica (contribuisce al passaggio di corrente elettrica nei semiconduttori), uno per il trasporto di elettroni che sono materiali elettroluminescenti di luce rosso, verde e blu, ed infine viene deposto uno strato riflettente che funge da catodo.

Rispetto ai display IPS LDC, la tecnologia OLED offre una visualizzazione di neri più nitidi e profondi rendendo un’immagine più “reale”, è a basso consumo energetico, i tempi di risposta sono ridotti e la luminosità è brillante. L’unico svantaggio è il burn-in, ovvero l’immagine o scia permanente sul display.

La tecnologia OLED viene utilizzata per gli schermi delle televisioni di ultima generazione, laptop, smartphone, tablet e smartwatch. Alcuni produttori come ad esempio Apple, Google e Samsung hanno introdotto i display OLED nei loro dispositivi di fascia alta.

Per quanto riguarda la tecnologia dei display AMOLED (Active Matrix Organic Light-Emitting Diode), è un’evoluzione ai display OLED, dove utilizzano i diodi luminosi (LED) a matrice attiva (AM) a due conduttori, si servono di materiali di tipo organico con l’elemento chimico del carbonio, emanando luce quando viene applicata l’elettricità.

Questo tipo di tecnologia permette la visualizzazione dei neri perfetti in quanto è superiore rispetto all’OLED, poiché si serve della matrice attiva che richiede un componente elettronico per accendere e spegnere ciascun pixel in breve tempo.

Con il passare degli anni la tecnologia AMOLED ha subito svariati miglioramenti, offrendo display più luminosi e brillanti con neri più profondi, ma come per gli OLED soffrono il burn-in. La prima azienda ad utilizzare questa tecnologia è stata Samsung, introducendo sui propri dispositivi di fascia alta il display Super AMOLED o Dynamic AMOLED dotato di uno schermo con funzionalità HDR.

Per chi acquista un dispositivo con display AMOLED, deve sapere che questa tecnologia consuma più batteria sulle tonalità più chiare rispetto ad un’interfaccia più scura. Ad esempio, qualsiasi tonalità copiata dal display esige un certo quantitativo di energia, dove il colore bianco ha un consumo più elevato di batteria, poi troviamo il blue, rosso e verde. Il nero che è un colore primario è quello che meno influisce sulla durata della batteria e per questo è il colore più consigliato.

Molti display AMOLED utilizzano anche un elemento originario in plastica, beneficiando dei vantaggi degli schermi POLED con maggiore durata e versatilità.

I display con tecnologia POLED (Polymer Organic Light Emitted Dynamic), sono realizzati in plastica rendendoli più resistenti agli urti e possono essere piegati senza rompersi, inoltre non soffrono tanto le alte temperature. Uno schermo curvo garantisce una maggiore affidabilità e aggiunge nuove funzioni ai dispositivi elettronici.

Il POLED sfrutta il diodo (componente elettronico passivo non-lineare) a emissione di luce (LED) organici formati da carbonio o di plastica, è un tipo tecnologia che utilizza un substrato di plastica flessibile come il polietilene tereftalato (PET) invece del vetro, che consente al pannello di essere piegato o avvolto senza essere spezzato. Ogni pixel dello schermo è formato da tre colori primari, il rosso, blu e verde che abbinati insieme consentono lo sviluppo di milioni di colori.

Sul mercato abbiamo visto molti dispositivi elettronici che sfruttano questo tipo di tecnologia come gli activity tracker e gli smartphone e tablet pieghevoli. I display degli smartphone di alcuni brand come alcuni Samsung e Motorola, utilizzano la flessibilità per prolungare alcune funzioni multimediali (video, foto e musica) in modo da rendere più interattivi i contenuti riprodotti dagli utenti.

I display POLED rispetto agli AMOLED e OLED sono più sottili permettendo di liberare più spazio per la batteria, aumentando di gran lunga anche la durata della carica dello smartphone, evitando il deterioramento della batteria.

Completamente differente dal display OLED, il QLED (Quantum Dot Led), tecnologia studiata fine anni 90’, è caratterizzato da diodo a emissione di luce a punti quantici basata sempre su dei nano cristalli che fungono da semiconduttori.

La tecnologia a punti quantistici supporta schermi grandi e flessibili dove utilizzano una serie di minuscoli LED controllati individualmente per fornire la retroilluminazione, non dovrebbero consumarsi come i display ad OLED come, ad esempio, alcune recenti Televisioni Smart che dispongono di questa tecnologia.

I vantaggi di avere un display QLED sono: luminosità di picco elevata, contrasto elevato, neri perfetti e buona saturazione, mentre l’unico svantaggio è che soffrono del light bleed, si mostra in alcune aree quando la luce appare lungo i bordi oppure negli angoli del display con scarsa luminosità.

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Enrico Maiorino
Appassionato di tecnologia da quando avevo 13 anni, sono appassionato anche di fotografia, finanza e criptovaluta. Naturalmente non manca anche il buon cibo!