Da strumento esclusivo per le aziende a servizio per i cittadini, l’avvento di INAD segna un passo importante nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

Nel cuore della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali (INAD) emerge come un nuovo faro dell’innovazione. Benché la trasformazione sia iniziata lentamente, l’epidemia di COVID-19 ha agito come un catalizzatore per il cambiamento, spingendo una massiccia adozione dell’identità digitale SPID tra i cittadini italiani.

Con il distanziamento sociale come norma, la SPID si è imposta come l’unica soluzione praticabile per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione senza visitare fisicamente gli uffici pubblici. Oggi, con l’introduzione dell’INAD, accessibile a questo link, l’Italia compie un ulteriore passo avanti nella digitalizzazione.

L’INAD consente di registrare la propria casella di Posta Elettronica Certificata (PEC), creando un punto di contatto digitale tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. Una volta iscritti all’INAD, gli utenti riceveranno tutte le comunicazioni amministrative, come multe e documenti dell’Agenzia delle Entrate, direttamente sulla loro PEC. Gli utenti che scelgono di non aderire continueranno invece a ricevere le tradizionali raccomandate.

Secondo le indicazioni del sito INAD, possono aderire:

  1. Persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età;
  2. Professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi secondo la legge n. 4/2013;
  3. Enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’INIPEC.

La digitalizzazione comporta una serie di vantaggi significativi, tra cui l’eliminazione delle raccomandate cartacee, la riduzione dei costi sia per gli individui che per lo Stato, e un notevole beneficio ambientale grazie alla diminuzione dell’uso della carta.

Nonostante la registrazione all’INAD sia gratuita, è importante notare che la PEC, che diventa lo strumento principale di comunicazione con la Pubblica Amministrazione, non è un servizio gratuito. Tuttavia, con l’attivazione dell’INAD, i vantaggi di registrare una PEC diventano evidenti. I costi possono variare a seconda del provider: Aruba.it offre la PEC a partire da 5 € + IVA all’anno, mentre Register.it la offre gratuitamente per i primi sei mesi, passati i quali il costo annuo è di 38,85 €.

L’avvento dell’INAD rappresenta una svolta significativa nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Con la PEC che diventa uno strumento sempre più prezioso non solo per le aziende ma anche per i cittadini, siamo testimoni del crescente ingresso della burocrazia italiana nell’era digitale.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.