Secondo le informazioni condivise da Bloomberg, gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di inserire nella lista nera diversi partner di Huawei.

Secondo le informazioni fornite da Bloomberg, l’amministrazione Biden starebbe pensando di lanciare un nuovo attacco a Huawei. Questa volta, però, non si tratta di colpire direttamente l’azienda di Shenzhen. La Casa Bianca sta invece pensando di inserire nella lista nera diversi partner cinesi del gigante delle telecomunicazioni e queste aziende sono specializzate nella produzione di semiconduttori.

Le fonti vicine alla questione, affermano che le aziende interessate da questo possibile divieto sono Qingdao Si’en, SwaySure e Shenzhen Pensun Technology Co (PST). Inoltre, il governo statunitense vuole imporre sanzioni anche al principale produttore di chip cinese, ChangXin Memory Technologies Inc. Anche Shenzhen Pengjin High-Tech Co e Sin Carrier, altri due partner commerciali di Huawei, sarebbero nel mirino degli Stati Uniti. Per le fonti di Bloomberg, queste due aziende forniscono attrezzature per la produzione di semiconduttori a Huawei in qualità di agenti. Ciò consentirebbe a Huawei di aggirare le sanzioni statunitensi nei suoi confronti.

Sebbene non sia ancora stato raggiunto un accordo, questo segnerebbe un’ulteriore escalation delle attuali tensioni tra il governo statunitense e Pechino. Va detto che i recenti progressi di Huawei nella produzione di chip hanno destato preoccupazione nel governo USA. Come promemoria, nell’agosto 2023 il produttore ha lanciato il Huawei Mate 60 Pro, uno smartphone alimentato da un chip 5G a 7 nm e prodotto in Cina dal partner SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corp).

Tuttavia, come forse saprete, il ban nei confronti di Huawei le impedisce di utilizzare tecnologie americane per sviluppare questi chip 5G. Come è riuscita a farlo? Come ha spiegato Bloomberg nel dicembre 2023, l’azienda avrebbe utilizzato macchine DUV (Deep Ultraviolet Lithography), protette da brevetti statunitensi, per progettare il suo processore HiSilicon Kirin 9000S a 7 nm. Huawei avrebbe sfruttato una scappatoia, in particolare per quanto riguarda il processo produttivo. Mentre ai produttori di macchine EUV (dispositivi utilizzati per la produzione di chip a 3 e 4 nm) è vietato rifornire la Cina, l’esportazione di macchine DUV (dispositivi limitati a 7 nm) rimane tollerata.

Per il momento, il Consiglio per la Sicurezza della Casa Bianca e l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza del Dipartimento del Commercio hanno rifiutato di commentare le informazioni di Bloomberg. Lo stesso vale per i rappresentanti delle varie aziende cinesi sopra citate.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.