In un accordo extragiudiziale, Google si impegna a versare 350 milioni di dollari per chiudere definitivamente la controversia legata alla violazione della privacy su Google Plus, mentre emerge la possibilità di ulteriori costi legali.

Google ha concordato di pagare 350 milioni di dollari per risolvere una causa intentata da alcuni azionisti dell’azienda, relativa a una violazione della privacy avvenuta sull’ormai defunto social network Google Plus. Questa piattaforma, che ha cessato le sue operazioni nell’aprile 2019, aveva esposto impropriamente i dati personali di 52,5 milioni di utenti attraverso le sue API per gli sviluppatori, secondo quanto riportato dagli azionisti coinvolti nella causa.

Il caso in questione si concentra su una fuga di dati che ha avuto luogo tra il 2015 e il 2019, con la divulgazione non autorizzata di dati sensibili appartenenti a circa 500.000 utenti. Tra le informazioni esposte figurano nome e cognome, data di nascita, occupazione e altri dettagli personali. Il gigante tecnologico statunitense è ora tenuto a versare una cifra sostanziosa per appianare le dispute con gli investitori.

Gli azionisti avevano avviato azioni legali contro la società, sostenendo che la dirigenza avesse intenzionalmente occultato la fuga di dati per diversi mesi dopo averla scoperta nel marzo 2018. Un documento interno, destinato ai dipendenti senior di Google, indicava che l’azienda temeva possibili ostacoli normativi e una perdita di fiducia all’interno della comunità digitale come conseguenza della rivelazione dell’incidente.

Nonostante le tentazioni di nascondere il problema, la situazione è diventata di dominio pubblico, portando a un’accusa formale nei confronti di Google per aver deliberatamente ritardato la comunicazione dell’accaduto. Questa rivelazione ha causato un calo significativo del valore delle azioni della compagnia e ha scatenato una serie di reazioni negative da parte dei media e degli utenti; Google ha tuttavia negato ogni accusa.

Oltre alla somma concordata per gli azionisti, Google potrebbe affrontare ulteriori costi legali, con 66,5 milioni di dollari di onorari previsti per gli avvocati coinvolti nel caso. L’accordo è attualmente in attesa dell’approvazione di un giudice distrettuale statunitense, ma si prevede che questo pagamento sostanzioso metta fine alla controversia sulla privacy.

José Castaneda, portavoce di Google, ha rilasciato una dichiarazione in merito alla situazione, evidenziando che “la questione riguarda un prodotto che non esiste più e siamo lieti di averla risolta”. Questa affermazione riflette il desiderio dell’azienda di voltare pagina su un capitolo problematico della sua storia, pur continuando a navigare le sfide poste dalla gestione della privacy e della sicurezza dei dati.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.