Apple non dovrà affrontare una nuova causa “flexgate” dopo che un giudice ha respinto un appello che cercava di rilanciare il caso.

Nel 2019 iFixit ha evidenziato un problema nei MacBook Pro chiamato “Flexgate“, che provoca danni allo schermo del portatile a causa dell’usura dei cavi dovuta a un difetto di progettazione. Il caso ha dato origine a una petizione presentata da diversi proprietari di MacBook Pro dopo aver riscontrato problemi con il meccanismo e il display. Ora un nuovo capitolo di questa storia è stato stabilito con la decisione di un giudice negli Stati Uniti.

La sentenza afferma che Apple non ha l’obbligo di divulgare il problema che affligge i MacBook Pro prodotti a partire dal 2016, che soffrono di usura dovuta al design della cerniera che colpisce anche lo schermo del computer, causandone l’interruzione del funzionamento e generando costi di riparazione che Apple si rifiuta di rimborsare.

I clienti Apple sostengono che si tratta di un difetto nascosto, poiché il produttore avrebbe potuto evitare questo problema utilizzando cavi più lunghi nei notebook e molti utenti devono pagare l’azienda per la riparazione affinché il dispositivo continui a funzionare, il che potrebbe costituire un difetto nascosto.

I querelanti hanno denunciato violazioni del California Consumer Legal Remedies Act e dell’Unfair Competition Act. L’azione legale ha inoltre ipotizzato l’occultamento fraudolento secondo una teoria di common law e la violazione degli statuti sul commercio ingannevole di Washington, Florida, New Jersey, Michigan, Alaska, Missouri, Massachusetts e Texas.

La vittoria di Apple pone fine al caso, in quanto l’azienda non subirà una nuova azione legale collettiva relativa a questo problema. Inoltre, iMore sostiene che il problema non dovrebbe verificarsi nei MacBook Pro rilasciati a partire dal 2021, perché Apple ha finalmente sostituito il modello di cavi utilizzati nelle connessioni, che ora non soffrono più del cosiddetto “flexgate”.

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