L’Unione Europea sta avviando un’indagine formale su Apple per la sua decisione di disattivare le Progressive Web App (PWA) su iOS 17.4 nell’UE. Questa scelta, vista come un modo per aggirare le commissioni dell’App Store, ha sollevato dubbi sulla concorrenza e sulla conformità al Digital Markets Act (DMA).

All’inizio di questo mese, gli utenti dell’Unione Europea si sono trovati di fronte a una limitazione nelle funzionalità delle Progressive Web App (PWA) su dispositivi con iOS 17.4. Quello che inizialmente sembrava un bug, si è presto rivelato una mossa deliberata di Apple, mirata a conformarsi al Digital Markets Act (DMA) dell’UE. Questa decisione, incentrata sulla rimozione delle app Web dalla schermata iniziale, è stata motivata da preoccupazioni relative alla sicurezza e alla privacy, ma ha anche acceso i riflettori su questioni di concorrenza e monopolio.

La controversia si concentra sul fatto che, in questo modo, Apple avrebbe limitato l’accesso a applicazioni che possono bypassare il suo App Store, suscitando il sospetto delle autorità di regolamentazione della concorrenza dell’UE. Le autorità hanno iniziato a inviare richieste di informazioni agli sviluppatori per valutare l’impatto di questa decisione di Apple.

Sebbene infatti, come accennato, la decisione è stata inquadrata come uno sforzo dell’azienda per conformarsi al DMA, citando problemi di sicurezza e privacy con browser diversi dal proprio Safari, si evidenzia anche come questa mossa blocchi un canale per gli sviluppatori che cercano di aggirare le commissioni del 30% applicate da Apple per gli acquisti tramite App Store, mettendo in luce un potenziale conflitto tra le pratiche di Apple e le normative UE sul libero mercato.

La Commissione europea ha confermato di esaminare la conformità di tutti i gatekeeper, inclusa Apple, ponendo particolare attenzione alla questione delle app web progressive. Oltre alla questione delle PWA, l’UE sta intensificando il controllo su Apple anche in altri settori, con la prospettiva di imporre la sua prima multa, stimata in circa 500 milioni di euro, per presunte violazioni relative all’accesso ai suoi servizi di streaming musicale. Questo fa parte degli sforzi dell’UE per regolamentare le pratiche delle grandi piattaforme digitali attraverso il DMA, che prevede multe fino al 10% del fatturato annuale, aumentate al 20% in caso di recidiva.

Apple ha cercato di conformarsi alla normativa introducendo diverse modifiche, consentendo agli utenti di scaricare app da fonti alternative e di accedere a sistemi di pagamento di terze parti, un passo verso una maggiore apertura e flessibilità nel suo ecosistema. Nonostante ciò, resta evidente quanto possa essere complessa la ricerca di un equilibrio tra la necessità di proteggere la privacy e la sicurezza degli utenti e l’importanza di sostenere un ambiente di mercato equo e competitivo.

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Carolina Napolano
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