Amazon affronta un duro colpo giudiziario: rivelazioni shock indicano possibili pratiche anticoncorrenziali e danni ai venditori e consumatori.

Amazon sta affrontando una battaglia legale cruciale. La Federal Trade Commission (FTC), infatti, ha intentato una causa antitrust a settembre, segnando un punto di svolta nell’atteggiamento degli enti regolatori nei confronti dell’impero di vendita online. Oggi, dettagli scottanti emergono dalla versione non redatta della causa, dipingendo un quadro incriminante di una realtà in cui il dominio di mercato sembra essere stato mantenuto a caro prezzo.

Da alleato delle piccole imprese a potenziale aggressore monopolistico, Amazon si trova accusata di metodi che non solo danneggiano i venditori terzi, ma si ripercuotono anche sugli stessi consumatori. La politica dell’azienda di aumentare sistematicamente le tariffe per i venditori, come rivelato dai documenti interni, non solo mette in dubbio la propria affermazione di essere una piattaforma neutrale, ma mostra anche un volto inedito dell’impresa: uno che non esita ad esercitare pressioni su chi vende attraverso il suo sito.

Il Wall Street Journal evidenzia che gli esecutivi di Amazon erano perfettamente a conoscenza che le loro politiche avrebbero avuto effetti negativi. In particolare, emerge un “aspetto punitivo” nell’imporre ai venditori di mantenere i prezzi più bassi su Amazon o di affrontare ritorsioni. Il timore di questi venditori di essere penalizzati svela un clima aziendale teso e competitivo, fomentato da regole severe e mutabili.

La FTC ha messo in luce come Amazon abbia monitorato e punito i venditori che osavano offrire prezzi più vantaggiosi su altre piattaforme. L’accusa di violazione delle leggi antitrust si basa su “Project Nessie”, un algoritmo segreto che avrebbe inflazionato i prezzi di oltre 1 miliardo di dollari tra il 2016 e il 2018. Inoltre, è stato evidenziato un rilevante incremento del “take rate”, la percentuale ricavata da Amazon dalle vendite, che è salita dal 27,6% nel 2014 al 39,5% nel 2018.

Ma i danni non si fermano ai venditori: l’introduzione crescente di annunci pubblicitari irrilevanti nei risultati di ricerca ha deteriorato l’esperienza degli utenti sulla piattaforma, nonostante le consapevoli obiezioni interne.

Al centro di queste politiche si trova Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, che secondo la FTC avrebbe direttamente influenzato l’aumento degli annunci pubblicitari sulla piattaforma a discapito dell’esperienza utente, con lo scopo di accrescere i margini di profitto dell’azienda.

Queste rivelazioni mettono in dubbio la fiducia dei consumatori e dei piccoli venditori nel gigante di Seattle, potenzialmente incrinando il suo status di più grande rivenditore online. La causa antitrust in corso sarà decisiva per determinare le future pratiche commerciali di Amazon e per ristabilire un equilibrio nel mercato online, sempre più scrutato dagli occhi vigili delle autorità regolatorie.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.