Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è un videogioco di ruolo d’azione sviluppato da Cyanide e pubblicato da Nacon. È basato sul gioco di ruolo da tavolo di White Wolf Publishing, Werewolf: The Apocalypse, fa parte della più ampia serie World of Darkness, ed è disponibile per Microsoft Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X.

Io e Stefano abbiamo avuto l’opportunità di giocarlo in anteprima grazie ad un codice ricevuto dal publisher, su PlayStation 4 e Xbox Series X, per confrontare le due versioni e ve lo recensiamo in anteprima per il giorno dell’uscita.

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood si basa su una modalità di gioco in single player con visuale in terza persona, in cui il giocatore assume il ruolo di un lupo mannaro eco-terrorista. Il gioco è in lingua inglese con sottotitoli in italiano.

Trama

La storia segue le vicende di Cahal (ndr: a Stefano ricorda terribilmente Denton Van Zan, co-protagonista del film “Il Regno del Fuoco” del 2002), un eco-terrorista membro di una tribù di mannari che, per colpa di una società petrolifera chiamata Endron, si vede espropriata la propria terra. Il tema ambientalista si compone di sottostorie legate all’appropriazione del territorio, alla marginalizzazione di minoranze e al sovrasfruttamento delle risorse naturali: tutti argomenti attualissimi, potenzialmente interessanti e di assoluto spessore.

Dalla cut scene iniziale, scopriamo infatti che il Mondo (Gaia) è regolato da tre entità: il Wyld, la forza selvaggia della natura portatrice di vita; la Tessitrice, colei che dipana la matassa del fato e modella la vita ed infine il Wyrd, la morte, necessaria a far rinascere nuova vita, ma che purtroppo con l’aiuto dell’uomo sta prendendo il sopravvento nel nostro Mondo, distruggendo le risorse naturali ed infettandolo con l’inquinamento.

Abbiamo pertanto tra le mani tutti i presupposti per un gioco dotato di una trama interessante e di spessore.

Gameplay

Il giocatore deve esplorare varie aree nel nord-ovest americano, sotto forma di grandi mondi hub. All’interno di queste aree, il giocatore vaga attraverso missioni, che possono avere effetti sul mondo di gioco, incluso lo sblocco di missioni secondarie. Durante il gameplay il giocatore può usufruire della Penumbra, un luogo tra il mondo fisico e il mondo degli spiriti, che non solo è utile per vedere attraverso i muri quasi fosse un occhio dell’aquila, ma può aiutarci a ricevere missioni secondarie o sfide dal Grande Spirito della Cascata, che dà al giocatore ricompense per averle completate, come aprire scorciatoie tra le aree.

Durante le varie fasi di gioco, ci troveremo a spendere diversi minuti per dialogare con PNG e scegliere tra domande e frasi multiple, senza però comprendere se le nostre risposte avranno ripercussioni future. 

Nelle fasi legate alle missioni di gioco, Cahal potrà affrontare le varie aree in tre modalità. Il protagonista è infatti un mutaforma e può assumere le sembianze di un lupo (Lupus), rimanere un essere umano (Hominid) o scatenare la propria rabbia assumendo la forma di lupo mannaro (Crinos).

Ogni forma ha le sue meccaniche di gioco: il lupo viene utilizzato per l’esplorazione, il monitoraggio, lo spionaggio e la furtività per passare attraverso passaggi stretti e luoghi angusti, la forma umana è usata per le interazioni, come usare macchine, interagire con l’ambiente e conversare con le persone, e la forma del lupo mannaro è usata per il combattimento nelle fasi più concitate. Quando si trova nella forma umana, gli altri personaggi non sono consapevoli che il personaggio del giocatore è davvero un lupo mannaro, permettendo al protagonista di andare sotto copertura, eseguire hacking ed eliminare avversari silenziosamente a mani nude o tramite una balestra.

Il giocatore sviluppa il lupo mannaro attraverso un albero delle abilità, dove può scegliere tra diversi archetipi collegati a punti deboli e punti di forza. Il giocatore ha anche accesso a vari power-up soprannaturali, che sono tratti dalla natura.

Purtroppo, però, manca quel sapore di gioco di ruolo che ci aspettava da questo titolo, infatti non è possibile personalizzare il personaggio in nessun modo, né graficamente, se non con add-on ottenibili al preordine, né a livello di gioco; gli alberi delle abilità sono piuttosto semplici e non porteranno mai il giocatore a scegliere se spenderli per la via del Lupus, Hominid o Crinos, anche perché il gioco non premierà in nessun modo l’uso esclusivo di una modalità, se non con trofei per il vostro account.

Il gameplay prevede la gestione della rabbia del personaggio del giocatore: la rabbia del lupo mannaro aumenta quando viene a conoscenza dei problemi che gli umani hanno causato, come l’inquinamento e l’avidità. Se il giocatore lascia che la rabbia del lupo mannaro trabocchi, il lupo mannaro entrerà in uno stato di frenesia, lasciandosi possedere dal Wyrd, e si trasformerà in una bestia violenta e mostruosa. Quando è in uno stato di frenesia, il lupo mannaro è più potente, ma trova anche più difficile analizzare le informazioni, ad esempio se un personaggio è un nemico o un innocente, e attirerà l’attenzione dei nemici. Una volta nello stato di frenesia, l’unico modo per uscirne è uccidere tutti coloro che sono presenti, indipendentemente dal fatto che siano nemici o meno.

Analisi

Con le migliori premesse possibili, trama e trailer entrambi accattivanti, Werewolf: The Apocalypse – Earthblood non soddisfa le aspettative. Le texture all’interno del gioco non sono affatto all’altezza dell’attuale generazione di console che abbiamo a disposizione.

Le finiture di Cahal sono davvero ben fatte, il personaggio principale è realizzato egregiamente, si percepisce l’età, la sofferenza delle vicende vissute attraverso le rughe e i pori della pelle nei primi piani, ma ci si ferma qui. I restanti PNG sono poco delineati e approssimativi, ricordando videogame di quasi una decade fa.

Anche l’ambiente di gioco è molto approssimativo, poco dettagliato e con errori grafici importanti, come erba sospesa nel vuoto, pozzanghere dall’effetto “ghiacciato” o piante utili per acquisire i potenziamenti, collocate in zone improbabili, ma chiaramente riconoscibili da una “strana luminiscenza” che non necessita di usare la visione della Penumbra, se non per riscuoterne la ricompensa.

Le animazioni delle trasformazioni sono molto old style: Cahal passa da uomo a lupo, a lupo mannaro e di nuovo ad uomo, semplicemente premendo un tasto e con un effetto che ricorda il “Blip” visto nei film della Marvel Avengers Infinity War e Avengers End Game.

Le cut scene sono ben realizzate e le sequenze proposte sono come il gioco ci si aspetterebbe che sia ai giorni nostri.

La colonna sonora è congegnata bene, alternando le giuste fasi di gioco alla musica di sottofondo, dando il meglio durante la trasformazione in Crinos di Cahal, dove il metal pesante della band Māori Alien Weaponry accompagnerà le concitate e brutali fasi di gioco.

I livelli sono molto schematici e preparati, con un’intelligenza artificiale sostanzialmente inerte e bloccata in una propria bolla fuori dal contesto di gioco. Le aree esplorate sono piene di coperture messe ad hoc per cercare di creare una sorta di percorso preferenziale per agevolare il giocatore nella modalità stealth. 

L’assenza di una mini-mappa di gioco, ci costringe ad utilizzare la Penumbra in maniera eccessiva per muoverci ed osservare la routine delle guardie di ciascuna area, aumentando la percezione di superficialità con la quale le IA sono state progettate.

Il gioco lascia al videogiocatore la scelta su come intraprendere la missione, ma ben presto la ripetitività del gameplay, ci porterà ad usare la versione Crinos di Cahal, dove perlomeno potremo divertici a distruggere lo scenario di gioco e uccidere ogni PNG a portata di artiglio.

Anche per questa modalità di gioco dobbiamo spendere una parola in merito alle animazioni: se si afferra un nemico, dopo averlo usato come “bastone” per picchiare un altro avversario, potremo lanciarlo o porre fine alle sue sofferenze; vedremo infatti il Crinos prendere il nemico e strapparlo a metà, ma in realtà ciò non avviene perché il nemico non solo non viene squarciato come si pensa, ma sparisce nel nulla lasciando solamente una macchia di sangue sul pavimento, a meno che non sia l’ultimo nemico rimasto nell’area, in tal caso partirà una breve sequenza dell’eliminazione del mal capitato. Un dettaglio di gameplay forse superficiale, ma che lascia un po’ di amaro in bocca nella parte più divertente del videogioco e che evidenzia ulteriormente la poca cura dei dettagli.

Conclusioni

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è un’occasione sprecata, un vorrei ma non oso. Pubblicare un titolo simile su questa generazione di console è davvero un peccato, perché non regge il confronto con altri videogame di pari livello attualmente disponibili sul mercato. Giocato su PlayStation4 da Stefano e su Xbox Serie X da me, il verdetto nel redigere questa recensione è unanime: si avverte dal punto di vista tecnico che il gioco è piuttosto arretrato, con animazioni molto semplici e, in generale, una conta poligonale molto al di sotto degli standard odierni. 

Si salva la trama, comunque avvincente e degna di portare avanti il gioco nonostante le pecche grafiche che alcuni potrebbero anche trovare secondarie, ma che, per dovere di cronaca e data la possibilità di essere giocato su console next gen, dove si notano maggiormente, non possiamo fare a meno di segnalare.

Mi chiedo personalmente perché un gioco simile non poteva essere rilasciato per Nintendo Switch o in versione mobile, per essere giocato in mobilità, risultando così decisamente all’altezza del contesto di uso e accentuando maggiormente l’aspetto di GDR dal quale trae ispirazione, ma che non viene percepito fino in fondo per mancanza di tutte quelle caratteristiche peculiari di un GDR.

Recensione redatta da Marco Cereseto e Stefano Repetto

6.1 / 10 Voto Finale
TRAMA8
GAMEPLAY5
AUDIO7.5
GRAFICA4.5
LONGEVITÀ7
DIFFICOLTÀ4.5
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Marco Cereseto
Sono stato “folgorato” dai prodotti Apple nel 2010 con iPhone 3GS, anche se il primo vero prodotto fu iPod nano. Poi da lì ho iniziato ad appassionarmi sempre di più ai prodotti e alla filosofia di Cupertino, fino a diventare esperto di ogni trucco e segreto.