Pubblicando il lavoro su una versione semplificata della sua architettura x86, Intel potrebbe aver annunciato l’imminente morte dei processori a 32 bit, che eseguono solo vecchi giochi e software. Il produttore ha dichiarato di voler passare completamente ai 64 bit, ampiamente adottati dagli utenti.

Forse vi è capitato di incappare nelle sigle x32, x64 e x86 quando avete installato un nuovo software sul vostro PC, ma non avete mai capito il loro significato. In sintesi, x32 (32 bit) e x86 rappresentano due differenti architetture di processori, mentre x64 (64 bit) costituisce un’estensione dell’architettura x86 di Intel. Quest’ultima, infatti, è la più diffusa e apprezzata dagli sviluppatori di applicazioni.

L’architettura a 32 bit, invece, sta diventando sempre più obsoleta. Solo alcuni vecchi programmi funzionano ancora su di essa, rendendola quasi obsoleta. Quindi, mentre i 64 bit fanno parte della nostra vita quotidiana da quasi 20 anni, Intel vuole finalmente voltare pagina. Per farlo, il produttore sta lavorando a una nuova architettura, chiamata X86-S (per x86 “semplificato”), che supporterà solo programmi a 64 bit, firmando così la condanna a morte dei 32 bit.

Intel volta finalmente pagina sull’architettura a 32 bit

La notizia era prevedibile, in quanto Intel non può dedicare indefinitamente tempo e risorse alla produzione di processori a 32 bit che sono sempre meno presenti nei PC, il tutto per un software che si rivolge solo a una piccola nicchia di utenti. Tanto più che Apple ha già aperto la strada diversi anni fa con i suoi chip ARM.

Si tratta quindi di una nuova “rivoluzione” che Intel sta per intraprendere, poco dopo aver annunciato una nuova nomenclatura per i suoi futuri processori. Sebbene non facciano certo parte della maggioranza, i pochi utenti rimasti a 32 bit potrebbero non apprezzare la novità. Infatti, ciò significa che dovranno passare attraverso una macchina virtuale per rilanciare i loro vecchi programmi.

Articolo precedenteSony ZV-1 II, la nuova fotocamera per vlogger e creator
Articolo successivoGoogle Chrome semplifica la personalizzazione del browser