Instagram sotto accusa: la piattaforma diventa un terreno fertile per la pedopornografia secondo un rapporto dell’Università di Stanford.

Instagram, il popolare social network per la condivisione di foto e video, è diventato una piattaforma per lo scambio di materiale pedopornografico, secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’Università di Stanford sul Wall Street Journal. Lo studio rileva che gli algoritmi di Meta, la società madre di Instagram, sembrano favorire tali pratiche, alimentando la preoccupazione per la sicurezza dei minori online.

La ricerca evidenzia l’uso diffuso della piattaforma da parte di pedofili per condividere e scambiare materiale illegale. Sono stati registrati numerosi casi di account influenti che pubblicizzano apertamente tali contenuti. L’abuso delle funzioni di messaggistica diretta e l’uso di hashtag legati alla pornografia sembrano facilitare la connessione tra compratori e venditori.

Il rapporto inoltre allarma per l’uso della piattaforma da parte di minori che offrono incontri a pagamento, sfruttando profili con nomi apertamente sessuali. La ricerca mette anche in luce la presenza di materiale relativo all’automutilazione.

Nonostante la gravità delle accuse, Meta non ha rilasciato alcun commento quando contattata dall’Agence France-Presse. Tuttavia, come riportato dal Wall Street Journal, la società ha ammesso il problema e ha annunciato l’istituzione di una task force per affrontare l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori sulla sua piattaforma.

Questo non è il primo scandalo di tale natura che coinvolge la società di Mark Zuckerberg. In febbraio, Meta ha aderito a un’iniziativa per combattere la diffusione non consensuale di immagini intime di adolescenti sulle sue piattaforme, un fenomeno noto come “revenge porn”.

L’indagine di Stanford solleva importanti domande sulla capacità delle società di social media di proteggere gli utenti più vulnerabili. Mentre la tecnologia continua a evolvere e a diventare sempre più integrata nella nostra vita quotidiana, la necessità di normative più rigide per la protezione dei minori online non è mai stata così evidente.

La questione mette inoltre in risalto la sfida sempre più pressante che le società di social media devono affrontare: bilanciare la libertà di espressione con la necessità di garantire la sicurezza e il benessere dei loro utenti. È un dilemma che richiede una soluzione delicata e attentamente ponderata, ma che non può più essere ignorato.

Infine ricordiamo che l’Italia in settimana ha presentato un disegno di legge al fine di tutelare i minori, regolandone l’accesso ai social media.

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