Nonostante le aspettative di una diffusione più ampia del suo Fuchsia OS, Google ha deciso di non estendere l’aggiornamento alla sua linea di smart speaker, evidenziando un cambio di direzione inaspettato.

Google ha recentemente effettuato un rallentamento significativo nella diffusione del suo sistema operativo personalizzato, Fuchsia OS. Nonostante le precedenti previsioni che suggerivano l’arrivo di Fuchsia, alimentato dal microkernel Zircon, sulla linea di smart speaker Assistant, il gigante della tecnologia ha deciso di fare un passo indietro.

Recentemente, Google aveva ampliato il numero di dispositivi Nest Hub di seconda generazione con Fuchsia OS, raggiungendo la parità con l’Hub di prima generazione e il Nest Hub Max. Tuttavia, secondo quanto riportato da 9to5Google, l’azienda ha deciso di rinunciare all’aggiornamento dei suoi smart speaker Assistant a Fuchsia OS.

Questa mossa è una delusione per gli appassionati di Fuchsia che avevano sperato di vedere il nuovo sistema operativo sostituire Cast OS come software principale per tutti i prodotti per la smart home di Google.

Il team di Fuchsia ha rimosso il codice relativo a questi altoparlanti dal Fuchsia Gerrit, segnalandoli effettivamente come non più supportati. Di conseguenza, i modelli Nest Mini, Nest Audio, Nest Wifi e alcuni smart speaker basati su Android Things non riceveranno l’aggiornamento a Fuchsia OS. Tuttavia, la serie di smart display Nest Hub continuerà a funzionare con Fuchsia.

Sono diverse le possibili motivazioni dietro questa decisione di Google. Una di queste potrebbe essere la non conformità del chip Amlogic A113L, utilizzato in alcuni smart speaker di Google, con i rigorosi requisiti della CPU di Fuchsia.

Un’altra possibile causa potrebbe risiedere nei licenziamenti massicci che Google ha effettuato all’inizio dell’anno, che potrebbero aver influenzato i piani a breve termine di Fuchsia. Infatti, circa il 16% del team di Fuchsia, corrispondente a circa 400 membri, è stato licenziato.

Potrebbe essere, inoltre, che Google abbia deciso semplicemente di concentrarsi su altri progetti, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali a riguardo. Qualunque sia la motivazione, è evidente che Google non è ancora pronta a puntare totalmente su Fuchsia.

Nonostante l’abbandono del progetto di estendere Fuchsia agli smart speaker rappresenti un contraccolpo per il sistema operativo, non sembra essere un problema fatale. Il sistema operativo ha infatti fatto il suo debutto su molte unità Nest Hub di seconda generazione, segnando comunque un significativo passo avanti.

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