Documenti emergenti da una causa antitrust mostrano come Google abbia visto una minaccia in Spotlight, il motore di ricerca di Apple, e si sia preparata a rispondere.

Spotlight, il noto sistema di ricerca integrato in iOS e iPadOS, è stato a lungo una soluzione preferita dagli utenti di Apple per le sue funzionalità e la sua integrazione nativa. Ma una recente causa antitrust contro Google ha portato alla luce piani ambiziosi del gigante della ricerca: competere direttamente con Spotlight lanciando una propria app per iPhone.

Il New York Times ha rivelato, attraverso documenti pubblicati, che l’interesse di Google in questo ambito è nato dopo gli aggiornamenti apportati da Apple al suo sistema Spotlight nel 2014 con iOS 8. Questo miglioramento è stato considerato significativo, soprattutto perché Google era il principale motore di ricerca sull’iPhone tramite Safari fin dal 2002. Inoltre, con l’introduzione di Android nel 2008, la competizione tra i due giganti tecnologici è diventata più intensa.

Il 2018 ha segnato un altro punto di svolta. Apple ha introdotto ulteriori miglioramenti al suo sistema di ricerca, in particolare dopo l’assunzione di John Giannandrea, un ex dirigente di alto rango di Google Search. L’implicazione era chiara: un motore di ricerca proprietario potente di Apple potrebbe potenzialmente erodere le entrate di Google derivanti dalla ricerca sull’iPhone.

Ma cosa ha fatto Google in risposta a questa minaccia crescente? In una conferenza interna, una slide presentata ha messo in evidenza la percezione di Google su Spotlight di Apple con le parole: In breve: è brutto, un riferimento evidente alla sua rivalità con Spotlight.

Tuttavia, una luce di speranza per Google risiedeva nel fatto che Apple non ha mai incorporato pubblicità nei risultati delle ricerche di Google effettuate tramite Spotlight. Questo potrebbe significare che, nonostante le considerazioni iniziali, Google potrebbe aver messo da parte i suoi piani per creare un nuovo strumento di ricerca.

Un’altra tattica adottata dai dirigenti di Google è stata quella di cercare di convincere l’Unione Europea che Spotlight funziona effettivamente come un motore di ricerca. Questa mossa, se avesse avuto successo, avrebbe potuto costringere Apple ad aprire Spotlight a componenti aggiuntivi di terze parti. Ma, nonostante le pressioni, l’UE rimane indecisa.

Il caso antitrust, mentre scriviamo, è ancora in pieno svolgimento negli Stati Uniti. La fase di difesa di Google è prevista per oggi 26 ottobre, con argomentazioni che potrebbero estendersi per diverse settimane. Tuttavia, non si prevede una conclusione del caso prima del 2024.

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Team CEOTECH
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