Se vi sembrava che alla linea di smartwatch Garmin, già incredibilmente ampia, mancasse qualcosa, sarete felici di sapere che c’è un nuovo modello alla moda in palio negli Italia. Con un prezzo a partire da 329,99 euro, il vívomove Trend, giustamente chiamato vívomove, è leggermente meno conveniente di altri membri della stessa famiglia, il che si spiega facilmente con l’inclusione di un display “nascosto” ragionevolmente grande e nitido con una risoluzione di 254 x 346 pixel.

Il Garmin vívomove Trend, nuovo e orgoglioso rappresentante della razza degli smartwatch “ibridi”, mira ad attirare l’attenzione soprattutto con il suo design analogico “classico” e le lancette dell’orologio che ticchettano “realmente”, sembrando a prima vista un orologio tradizionale (di dimensioni gigantesche) e sfoggiando al contempo un display “a quadrante intero” che appare solo “quando serve” per mostrare le notifiche, varie statistiche approfondite sullo stato di salute e persino per aiutare a effettuare pagamenti al polso.

Per essere un dispositivo decisamente alla moda e innegabilmente accattivante, con combinazioni di colori così sgargianti come Peach Gold/Ivory, Cream Gold/French Gray e Silver/Mist Gray (oltre alla più “noiosa” opzione Slate/Black), questo dispositivo brilla davvero nel reparto di monitoraggio della salute e del fitness, con strumenti super avanzati che monitorano tutto, dai livelli di energia alla qualità del sonno, dallo stress quotidiano alla saturazione di ossigeno nel sangue e al ciclo mestruale.

Sfortunatamente, il vívomove Trend deve essere collegato a uno smartphone Android o a un iPhone per monitorare con precisione le passeggiate, le corse e i percorsi all’aria aperta, il che è sicuramente un po’ deludente visto il prezzo che varia a seconda della colorazione scelta. Il lato positivo è che la batteria ha una buona autonomia, “fino a 5 giorni in modalità smartwatch”, oltre al supporto per la ricarica wireless, per non parlare della funzionalità Garmin Pay e della resistenza all’acqua di alto livello.

È sufficiente a compensare la mancanza di connettività GPS autonoma? Ditecelo voi.

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