In Norvegia, un team di ricercatori ha sviluppato una tecnologia insolita per seguire i movimenti delle balene. Per farlo, hanno recuperato 250 km di fibra ottica che hanno trasformato in idrofoni in grado di catturare i suoni emessi dai giganti del mare. L’obiettivo è evitare le sempre più frequenti collisioni con le imbarcazioni.

A causa del riscaldamento globale, le balenottere, il secondo mammifero più grande del mondo dopo la balenottera azzurra, sono costrette a esplorare nuove aree oceaniche alla ricerca di cibo. Si avventurano anche in aree frequentate da imbarcazioni, il che porta a un numero crescente di collisioni, spesso fatali per questi cetacei. Poiché la specie è anche a rischio di estinzione, è essenziale tracciarne gli spostamenti per evitare il più possibile questi sfortunati incontri.

Un gruppo di ricercatori dell’Università norvegese di scienza e tecnologia (NTNU) ha esaminato la questione e la loro soluzione può sembrare un po’ insolita alla gente comune. Gli scienziati hanno utilizzato cavi in fibra ottica, che hanno installato in massa nelle profondità marine. Naturalmente, questi cavi non sono rimasti tali e quali. Sono stati invece trasformati in un idrofono.

L’idrofono è un dispositivo utilizzato per registrare i suoni sotto l’oceano, utilizzando una tecnologia chiamata DAS. Funziona inviando segnali laser attraverso un cavo in fibra ottica, che poi ritorna carico di informazioni al dispositivo. I ricercatori hanno installato circa 250 km di questi cavi al largo della costa norvegese, consentendo loro di seguire otto balenottere su un’area di 1800 km².

“Le possibilità qui dimostrate provano che è possibile tracciare le balene in tempo quasi reale, il che potrebbe essere utilizzato in qualsiasi parte del mondo in cui ci sono balene e cavi in fibra ottica”, hanno detto i ricercatori. “Abbinato al rilevamento delle navi, si potrebbe sviluppare un sistema di prevenzione delle collisioni in tempo reale per ridurre le collisioni con le navi”.

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