La class action lanciata da ex dipendenti di Twitter mette il gigante dei social network e il suo controverso CEO, Elon Musk, sotto i riflettori del tribunale. Gli indennizzi promessi non sono stati completamente pagati, alimentando tensioni e dubbi sulla futura tenuta dell’azienda.

Pare che la nota piattaforma social Twitter, ora guidata da Elon Musk, non abbia saldato integralmente le indennità di licenziamento dovute a migliaia di ex dipendenti licenziati. La questione ha spinto l’azienda di fronte al giudice, a seguito di una class action lanciata da un gruppo di ex dipendenti guidati da Courtney McMillian, un ex manager dell’azienda.

All’indomani del suo insediamento come CEO di Twitter, Musk aveva proceduto a tagli drastici nell’organico, con licenziamenti di massa che hanno colpito circa la metà della forza lavoro del social network. Il problema sorge dal fatto che, come emerge dalle accuse, l’azienda avrebbe ancora un debito di diverse centinaia di milioni di dollari verso i suoi ex dipendenti.

Prima del licenziamento di massa, la normale liquidazione di Twitter prevedeva da due a sei mesi di stipendio, in base all’anzianità di servizio del dipendente, oltre a un contributo in denaro per l’assicurazione sanitaria e altri benefit. Tuttavia, secondo la denuncia di McMillian, i dipendenti licenziati hanno ricevuto un massimo di “tre mesi di stipendio dopo il licenziamento”. Secondo la BBC, il totale dell’indennizzo erogato ai dipendenti licenziati da Musk rappresenterebbe solo una frazione dei 500 milioni di dollari dovuti per contratto.

Al momento del licenziamento, Musk aveva assicurato ai dipendenti che avrebbero ricevuto l’equivalente di tre mesi di stipendio, “il 50% in più di quanto richiesto dalla legge”, secondo le sue parole. Ma la denuncia sostiene che si trattava di un tentativo di persuadere i dipendenti rimasti a proseguire nel loro impiego presso Twitter.

La denuncia sostiene che l’ex CEO avrebbe “ingannato i dipendenti […] inducendoli a rimanere in azienda più a lungo di quanto avrebbero fatto altrimenti”. L’avvocato rappresentante degli ex dipendenti afferma che Musk ha fatto queste promesse sapendo che erano necessarie per evitare una fuga di massa che avrebbe potuto mettere a rischio l’operazione di fusione e la stessa sopravvivenza di Twitter.

Ora, con una causa legale in corso che potrebbe costare all’azienda una somma considerevole, la sopravvivenza di Twitter è ulteriormente minacciata da Threads, il nuovo social network lanciato da Meta. Il rapido successo di Threads sta generando preoccupazioni per Elon Musk, che si trova a dover gestire sia le tensioni interne a Twitter sia la competizione esterna.

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