Dropbox annuncia un cambiamento nell’integrazione con Google: gli utenti dovranno migrare i file di Google Workspace su Google Drive entro 30 giorni o saranno convertiti in formati Microsoft Office

Dopo cinque anni di collaborazione fruttuosa, Dropbox annuncia una svolta importante nelle sue politiche di integrazione con Google. In un messaggio inviato ai suoi utenti, la popolare piattaforma di cloud storage ha annunciato una revisione dell’integrazione con alcuni servizi di Google, inclusi Docs, Slides e Sheets.

Dal 2018, l’accordo con Google Cloud ha permesso a Dropbox di ospitare i propri editor per Docs, Sheets e Slides, dando la possibilità agli utenti di creare, modificare e condividere file di Google senza dover uscire dalla piattaforma. Questo ha rappresentato un netto miglioramento dell’esperienza dell’utente, rendendo Dropbox una soluzione ancora più versatile ed efficiente.

Tuttavia, i venti stanno cambiando. Gli utenti che hanno file di Google Workspace nei loro account Dropbox dovranno, entro 30 giorni dall’avviso, migrare i loro file su Google Drive. In caso contrario, tali file saranno automaticamente convertiti in formati Microsoft Office, come .docx per i documenti, .xlsx per i fogli di calcolo e .pptx per le presentazioni.

Dropbox ha rassicurato i propri utenti che il cambio è inteso a garantire loro l’accesso continuo ai propri file di Google, a mantenerli organizzati con il resto dei contenuti Dropbox e a poter utilizzare le funzioni più aggiornate di Google. Questo passaggio rappresenta una nuova fase nella relazione tra Dropbox e Google, con il primo che sembra voler indirizzare i propri utenti verso Google Drive o Microsoft Office per la gestione dei loro file.

A seguito di questa notizia, molti utenti potrebbero trovarsi a dover riconsiderare il modo in cui utilizzano Dropbox, soprattutto se i file di Google Workspace rappresentano una componente significativa dei loro contenuti su Dropbox. La conversione automatica dei file può rappresentare un potenziale rischio di perdita di informazioni o di formattazione, soprattutto per documenti complessi o fogli di calcolo con formule elaborate.

Per ora, non è chiaro se questa mossa rappresenti una decisione unilaterale di Dropbox o se sia il risultato di una strategia più ampia di Google. Non si sa nemmeno se la stessa politica verrà applicata ad altri fornitori di cloud storage, come Box, che integrano in modo simile i servizi di Google Workspace.

Indipendentemente dalle ragioni sottostanti, questa mossa rappresenta un cambiamento significativo nel panorama del cloud storage. Gli utenti dovranno aspettare e vedere come questo influenzerà la loro esperienza di utilizzo di Dropbox e, forse più in generale, come si evolverà il settore del cloud storage nel prossimo futuro.

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